Dopo un inverno con nevicate “eccezionali veramente”,
ci voleva un’estate di siccità e incendi (salvo che in Corsica), alla quale
potrebbe seguire una stagione con eccezionalità opposta (senz’alberi con la
pioggia le colline arriveranno al mare).
Senza contare un’altra calamità, ossia che tra meno
di un anno Berlusconi rischia di vincere le elezioni o quantomeno di
accreditarsi la vittoria. Tutta colpa dell’astensione che ingoia la sinistra,
sostiene Gilioli, e allora vincerà la destra, “per abbandono, per stanchezza,
per noia, per sconforto”. Ma non mancano, tra gli astensionisti, i “decisi e gli assertivi”. Da escludersi a priori che per i “decisi”, fascia in via di
assottigliamento (sostiene il Pereira dell’Espresso), si possa trattare di una
scelta politica ben precisa.
Se il buon Gilioli fosse nato dieci anni prima, poi
nell’autunno del nostro scontento al massimo si sarebbe beccato una multa per
affissione abusiva. Me lo vedo a spinare birra alle feste dell’Unità con la
maglietta del Che. Gilioli è disposto a votare “chiunque” (indimenticabile
a suo tempo l’endorsement ad Ingroia). L’importante che non vinca la destra, dice.
Quale destra, Gilioli? La stessa che ha governato negli ultimi vent'anni e che sta
portando nuovamente al successo Berlusconi?
Se ogni miliardo di parole che pronunciano alla tv o alla radio, se ogni miliardo di parole che scrivono nei giornali o nelle riviste, si risolvesse anche solo un quarto di un problema, l'italia sarebbe un paradiso.
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