mercoledì 28 giugno 2017

Il ministro



“Si è rotto qualcosa col Paese”, sostiene Franceschini Dario. Il paese si è rotto i coglioni di gente come voi. Quando le persone arrivano a darsi fuoco nella sede dell’Inps significherà pur qualcosa. Un paese che “non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità”, scriveva ad inizio di quest’anno Michele, del quale ci siamo presto dimenticati così come di tanti altri come lui. E continuava nella sua lettera: “Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile”.

Se personaggi come Franceschini Dario avessero preso in considerazione queste parole, gli innumerevoli gesti di disperazione, insomma se vivessero tra la gente e non nel lusso blindato, se la smettessero di manipolare i dati dell'Istat sull’uguaglianza e altro, non avrebbero  scoperto solo dopo il voto amministrativo che ci siamo rotti. E però dubito, fortemente, che a questi personaggi interessi la vita dei molti, dei troppi, che è ormai diventata insopportabile.

Senza scadere in semplificazioni erronee d’identificazione della condizione dei salariati attuali con forme anteriori di oppressine socio-economica, quale ragione per votare può dare il Jobs act, con tanto di strangolamento dell'art. 18? E il giochino sporco dei vàucer, il caporalato legale? Come si fa nel dover scegliere tra destra ed estrema destra, tra liberal-liberismo e ultra-liberismo che in entrambi i casi favorisce un capitalismo che si disinteressa, com’è ovvio, del progresso sociale perché non vi trova il suo tornaconto?

E le “traccie” della Buona scuola? (*) Quindi le tariffe dei servizi più alte d’Europa? Le banche salvate coi nostri soldi, quelli che mancano per tante altre cose? Le decine di miliardi che il Tesoro ha perso col giochino dei derivati? Gli stipendi milionari pagati dal canone Rai? O dovremmo trovare ragione per votare nella sporchissima faccenda delle pensioni, l’incertezza assoluta che non tocca politici, magistrati, militari, giornalisti grandi firme ed affini?

Questi cinici personaggi dovrebbero vergognarsi, se solo non prevalesse in loro un surplus di falsa coscienza, se cioè fossero capaci di vergogna e portatori di un qualche valore morale.


(*) Questa mattina, per celia, ho posto ad una ragazzina, simpatica e rotondetta, promossa alla terza media con buoni voti, la classica domandina se si vuole anche un po’ stronza: la data della scoperta dell’America? La ragazzina tergiversa un po’, sua mamma è un po’ a disagio, poi risponde: 1800, verso la metà. Quel “verso la metà” è stato esilarante. Carenze pregresse che l’accompagneranno in vita. Non ti preoccupare, le ho detto, un posto da vicepresidente della Camera o qualcos’altro lo trovi di sicuro.

5 commenti:

  1. Un poeta, Valerio Magrelli, aveva ben individuato in un componimento intitolato "I guanti di Nesso" (cfr. "Il sangue amaro", Torino 2014) la causa della "rottura" evocata dal ministro Franceschini. L'unica differenza rispetto all'anno cui si riferisce il componimento è che ora, di destre, ne abbiamo tre e quindi "i guanti di Nesso" sono ulteriormente aumentati(l'Italia rivela una produttività inarrivabile nel produrli):
    a) Un reperto (in data 2004) - Lineamenti di geometria politica - Indovinello (11, 8)

    Un bel paio di guanti, ma fallati (o fatati?)
    Quello sinistro tende a rovesciarsi,
    col dentro che va in fuori.
    L'altro no.
    E alla fine si resta con due destre.

    [enoizuloS: omsiralopib onailati]

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  2. A loro importa solo di finire la legislatura per riscuotere il vitalizio, del resto se ne impippano altamente, dx, sx, sopra e sotto per lor pari sono, e il paese affonda, ed non ci sono solerti navi ong a soccorrere gli italiani.....

    Caifa.

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