venerdì 17 febbraio 2012

Tecnici de che?


Siamo ancora in attesa di conoscere l’entità del patrimonio personale dei ministri, così come promesso solennemente mesi fa. Mario Monti ha dichiarato che per quanto lo riguarda non ha ancora avuto tempo. Evidentemente non ha trovato un galoppino che gli potesse fare un rendiconto del patrimonio, neanche fosse quello della Chiesa. Una ministra afferma di sentirsi offesa per come viene trattata la donna in televisione, ma evidentemente non si sente turbata per come viene trattata non di rado la “femmina” nei luoghi di lavoro, cominciando dalla discriminazione salariale.

Ma queste sono quisquilie, pour parler. Questo governo, al di là del fumo mediatico, sta agendo in piena e totale continuità con i precedenti esecutivi. Del resto, non potrebbe essere diversamente, l’agenda dei provvedimenti è quella stessa pervenuta a Berlusconi-Tremonti. Il personale “tecnico” è stato scelto, necessariamente, dai vertici della stessa classe dirigente prevalentemente cattolica, moderatamente “progressista” e dissimulatamente reazionaria (aspetti che si equivalgono) che governa da decenni l’Italia. Gli interessi “superiori” perseguiti sono, conseguentemente, i medesimi.

Un esempio tra tutti è la sollecitudine dimostrata nel tagliare le pensioni, nell’erodere diritti, nell’aumentare vecchie tasse e nel fissarne di nuove. Queste misure di “equità” e di “rigore”, indispensabili “per non cadere nel burrone”, potevano forse accompagnarsi al contrasto dell’evasione fiscale, ma a parte le retate per la cattura dei pesci piccoli a Cortina, Roma e Napoli, nel decreto “svota-carceri” c’è una norma ad hoc per evasori e farabutti vari. Dell’equiparazione degli emolumenti dei politici alla media europea non se ne parla più, e lasciamo stare il discorso sui “diritti acquisiti”. Il Quirinale spende quanto nel 2008? Cioè quanto si spende complessivamente per mantenere i monarchi e i presidenti di buona parte d’Europa.

I ventriloqui più critici si sono presi, dopo anni, il disturbo di scrivere sull’acquisto degli aerei F-35. Pare che ora se ne riduca il numero. E che dire dei 96 aerei EF-2000 Typhoon per i quali è stato a suo tempo firmato il contratto di produzione e che in parte stanno entrando in attività? Ne parlavo in un post giusto solo due anni fa. Non bastavano un centinaio di caccia intercettori per difendersi? No, non basta difendersi sostiene l'attuale capo di stato maggiore dell'aeronautica, l’EF 2000 “non può avere la stessa capacità di attacco al suolo dell’F-35”. Ah già, dobbiamo attaccare al suolo. Ma chi dobbiamo bombardare, i pescatori indiani?

Da qui parte il ricatto occupazionale: sarà l’Italia ad assemblare le ali dei cacciabombardieri, in tal modo si creeranno commesse e lavoro. Non si potevano accontentare di 96 aerei EF-2000 Typhoon per giocare alle battaglie aeree, non si poteva destinare 15-20mld di euro, per esempio, per dotare di pannelli fotovoltaici i complessi scolastici, ospedalieri e istituzionali? In ricerca, cultura, restauro, tutela del patrimonio, per il ripristino del territorio e cento altre iniziative di questo tipo?

3 commenti:

  1. Una cosa semplice, semplice,
    che possono capire anche i bocconiani.

    "Partecipare alla produzione di caccia bombardieri serve anche all'occupazione." Ma che producono i caccia bombardieri? Più di dieci Mld di euro per l'acquisto, più svariate centinaia di milioni di costi annui per manutenzione e consumi.

    Dunque una voce in più tra le "uscite" già disastrate sul bilancio nazionale, in cambio di quell'incremento all'economia che sarà costituito, unicamente, dalla partecipazione ai consumi degli operai addetti, grazie ai loro stipendi.

    Ma...se fossero spesi, come Lei indica ed anch'io auspico, ad esempio, in incremento di produzione di energia tramite pannelli, eolico, geotermico, etc.? Oppure in finanziamenti per rendere gli edifici meno energivori? Etc., etc.

    Produrrebbero un aumento del lavoro notevole (le produzioni di energie verdi impiegano più manodopera della produzione di energia trdizionale), un lavoro qualificato, un lavoro che spingerebbe la ricerca, un lavoro che continua al di là di contingenti spese militari e...MIRACOLO: produrrebbero dei risparmi sulle importazioni di gas, petrolio, etc. che, a loro volta, si potrebbero investire nuovamente in lavoro. Cosa che gli aerei non fanno.

    Come si può chiamare tutto ciò? Circuito virtuoso? Avvio di un principio di risanamento e di ripresa a livello economico e occupazionale?

    Alla Bocconi termini simili li hanno mai sentiti, visto che dicono di studiare economia?

    Semplice, semplice.

    Sennò se potrebbero prendere de'ripetizioni e offrirce un quarche cattedra

    ciao gianni

    Ps. complimenti per questo post e ancora di più per il precedente

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  2. Certo che si poteva, ma perché farlo? I parassiti sono i pensionati e i giovani che non si vogliono flessibilizzare a sufficienza, mica i militari, l'abbiamo stabilito ormai.

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