domenica 5 febbraio 2012

Se nevicasse in Borsa invece che sui campi e le strade


Per quanto discutibile (eufemismo) fosse il suo operare, il governo Berlusconi era uscito dalle urne e, pur con ogni maneggio di voti parlamentari (non diversamente da altri precedenti esecutivi), stava in piedi legittimamente. In novembre, senza essere sfiduciato dalle camere è stato invece esautorato e costretto alle dimissioni. Se fossero state indette le elezioni, i garanti dell’ordine “democratico” avrebbero almeno salvata e la faccia e le forme. E invece è stato nominato un governo di semplici cittadini sulla base dei loro curricula di banchieri, funzionari della pubblica amministrazione e alti gradi delle forze armate. Il capo di questo governo, due giorni prima di ricevere l’incarico, è nominato senatore a vita. Una foglia di fico che non salva la sostanza. Si giustifica l’operazione sostenendo che essa è resa necessaria dalla situazione di grave pericolo finanziario del paese.

Non si tratta di un governo chiamato alla cura ordinaria degli affari correnti in attesa di nuove elezioni, ma di un esecutivo di sicuro orientamento ideologico neoliberista e con un programma ben preciso e conseguente: operare un cambiamento radicale e strutturale della società italiana, soprattutto dal lato delle condizioni della riproduzione della forza-lavoro e della sua organizzazione per lo sfruttamento senza vincoli. Un esecutivo di prestanome la cui natura ultrareazionaria trapela a volte incautamente sul piano della comunicazione mediatica con espressioni sprezzanti indirizzate a quel popolo gaudente di salariati indicato come responsabile della situazione del debito.

Si è trattato, agli effetti pratici, del più palese esempio di golpe bianco, dell’instaurazione, per nomina diretta e sotto la spinta di intelligenze straniere, di una forma di governo inedita nelle democrazie occidentali, di un esperimento che potrebbe fare scuola. Un governo che s’incarica di porre in essere ciò che i partiti non possono di propria sponte sostenere per ragioni di consenso e per i veti incrociati che inevitabilmente si sovrapporrebbero.

L’involucro democratico è stato sostituito da una forma autoritativa di decisionismo incarnato in un’accolita di tecnocrati e professori fanatici, vera cerniera con il capitale finanziario, avendo cura di far salve, per il momento, le miserabili garanzie formali che non servono a nulla e invece intervenendo, grazie anche all’opportuno clima sociale ansiogeno creato attraverso i media, in quelle poche tutele e diritti che erano rimasti nella sfera del lavoro e della previdenza. Siamo in presenza quindi di un’articolazione particolare dell’esecutivo nell’ambito dell’impero reale del capitale e del sottostante sistema dei partiti, i quali esercitano una collaborazione non senza contraddizioni e conflitti, comunque tenuti a bada a colpi di dossier e di scandali.

Al momento, per difendersi, per rispondere a questa strategia, i primi esempi concreti sono venuti per iniziativa di alcune categorie (la reazione dell’esecutivo attraverso i media non si è fatta attendere). Tuttavia, le nevicate di questi giorni, agendo sul sistema delle comunicazioni, hanno ottenuto risultati assai più decisivi di quanti tentano di bloccare la costruzione di un tunnel lanciando sassi con la fionda. Pensa un po’ se la neve, tanto per dire, bloccasse le comunicazioni della Borsa di Milano.

2 commenti:

  1. siamo un popolo ridicolo .abbiamo accettato che berlusconi mettesse in piedi uno dei governi più corrotti della repubblica italiana, abbiamo accettato che ci mortificasse e ci coprisse di ridicolo a livello internazionale , che non mettesse in atto alcuna riforma fiscale ed economica ma che aggiustasse solo i suoi porci interessi ...mia cara Olimpe , mi consola leggere i tuoi post perchè condivido ogni tuo giudizio nei confronti del signor Monti ,del sostegno politico e bancario che si cela dietro, della pericolosità che un esempio di governo "tecnico" potrebbe rappresentare, un domani , se riprodotto altrove ... del resto , nel nostro paese il sistema dei partiti politici, retto da veri e propri gangsters, è ormai in piena crisi e il governo di professori è la fisiologica (meglio patologica) conseguenza del loro fallimento . e così , dovunque mi giri,le ie povere orecchie devono sentire ......< beh ! per il momento lasciamolo lavorare ...parla bene l'inglese all'estero ci fa fare bella figura !!!> contenti loro..... !!!!!

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  2. per sbaglio credo di aver eliminato questo commento, chiedo scusa:

    Ci vorrebbe una neve intelligente, per ora assente. Ma se i salvatori della patria, in preda al delirio di onnipotenza, continuano a sbroccare in televisione e sui giornali come hanno fatto nei giorni scorsi, hanno un bel da taroccare le previsioni del tempo, una delle prossime nevicate potrebbe anche prenderci.

    mauro

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