lunedì 26 febbraio 2018

Le auto che volano


Secondo quanto riporta il Financial Times, il gruppo FCA si preparerebbe ad interrompere la produzione di vetture a gasolio a partire dal 2022, con una decisione che verrà ufficializzata in occasione della presentazione del piano industriale per il prossimo quadriennio, fissata per il primo giugno.

Lo scandalo del diesel ha dato una mano, e i costi per rendere la tecnologia in linea con gli standard delle emissioni non sono certo lievi. Anche per questo motivo, da parte sua, la Volkswagen ha annunciato d’investire entro il 2030 nell’auto elettrica 20 miliardi di euro e altri 50 miliardi per le batterie. Si punta soprattutto a un miglioramento delle prestazioni energetiche delle batterie a ioni di litio con elettrolita solido, in modo da ottenere un rendimento simile al gasolio.

Nondimeno la Cina – un paese capace d’idee strategiche di lungo periodo – ha avviato un piano per indirizzare una quota della produzione verso l’auto elettrica, e nessun costruttore di stazza globale può ignorare quello che è diventato il primo mercato mondiale. E tutto ciò non potrà non aprire una guerra dei motori tra i titani dell’industria automobilistica.

Pertanto, anche se “la grande prosperità tedesca non è più sufficiente a se stessa”, per dirla con il ministro degli Esteri Sigmar Gabriel, la Germania e la Cina mantengono una visione strategica. Viceversa, queste tendenze di fondo di strategia economica e politica non scuscitano in Italia, almeno a livello di dibattito pubblico (ma temo anche a livello di vertici economici e politici), alcuna riflessione nella definizione dei propri interessi.

Il mondo è un altro mondo ma qui da noi il carnevale non finisce mai, nemmeno dopo il 4 marzo, e già si è sentito un Pulcinella promettere un milione di auto elettriche nei prossimi due anni. Come volete che ci prendano sul serio all’estero quando si sentono stupidaggini come queste e, per altro verso, quando la capitale resta bloccata per cinque centimetri di neve? Ahó, semo a Roma, mica a Juneau. Perciò a che cosa servono gli pneumatici da neve posto che alle prossime elezioni ci prometteranno le auto che volano?

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Scrive il Sole 24ore: «Se anche un grande Gruppo automobilistico decide di bandire il diesel significa che saremmo ormai prossimi ad una vera rivoluzione nel settore dell'auto».

Personalmente credo nelle rivoluzioni, anche in quella dell’auto elettrica, ma sempre, come dice una massaia pavese amica mia, cum grano salis.

Dobbiamo considerare che finora le auto elettriche sono solo 1,1% delle immatricolazioni. E, alla prova dei fatti, ossia dei numeri, l’auto elettrica rispetto al diesel è assai meno competitiva sia in termini di costo sia in termini energetici, cioè di basso contenuto energetico per chilogrammo delle batterie rispetto al gasolio e anche alla benzina.

L’auto elettrica più venduta nel mondo è la Nissan Leaf, la quale costa circa 30-35 mila euro (esclusi eventuali incentivi statali), pesa 1.500 kg di cui 218 di sole batterie. Secondo l’Epa ha un’autonomia di 117 km. Una diesel della stessa categoria, ad esempio una Citroën C4, costa tra i 21 e i 25 mila euro, pesa 1.200 kge con 60 litri di gasolio (50 kg.) ha un’autonomia di circa 900 km.

Pertanto, una chiara differenza, a svantaggio dell’elettrica, è dovuta alla minore densità energetica e all’alto costo dell’auto.

Il contenuto energetico del gasolio è di 12.700 wattora per kg. E in un percosro misto il rendimento termico e meccanico complessivo del veicolo diesel è del 18-22%, l’energia utile del gasolio sulle ruote sta in un range di 2.286 – 2.794 wattora per kg.

Una batteria ricaricabile attuale, agli ioni di litio con elettrolita liquido, esprime 150 wattora per kg., con un rendimento complessivo del veicolo elettrico dell’82%, un’energia utile sulle ruote di 123 wattora per kg. Grossomodo 18-22 volte meno del gasolio.

Chiaro, infine, che l’affermazione dell’auto elettrica, quando saranno migliorate nettamente le prestazioni energetiche e abbassati i costi di produzione, provocherà profonde trasformazioni in tutta l’economia mondiale. Il capitalismo, oltre a non assicurare un pasto gratis per tutti, ci riserva sempre molte sorprese.


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