venerdì 18 giugno 2021

Però a Roma non finisce come l’altra volta

 

Questa mattina, a Radiotre, un ascoltatore telefonava per magnificare il dibattito che si è tenuto tra i candidati a sindaco del Comune di Roma. Mah, c’è chi si compiace di politica ridotta a un miserabile gioco mediatico-narcisistico. Discorsi, discorsi, promesse, promesse, vento, vento ... . Non la smettono di scatenare buone intenzioni senza futuro.

È mia opinione (ognuno ne ha almeno una su ogni argomento) che chiunque sarà eletto sindaco nel prossimo settembre o nelle elezioni del 2051, la situazione in cui versa Roma resterà sostanzialmente tale e quale. Per una molteplicità di motivi, alcuni dei quali sarebbe antipatico rievocare nel dettaglio.

Ciò vale anche per altre città, delle quali mi pare pleonastico fare il nome. Se può consolare, Vicenza è una delle città europee con l’aria più impestata. Così titola oggi un giornale locale come fosse una rivelazione.

Un altro ascoltatore telefonava per denunciare la miriade di norme e adempimenti cui è tenuto il soggetto che voglia avvalersi del famigerato superbonus 110% sulle ristrutturazioni edilizie. Diceva che per districarsi in quel ginepraio osceno (numerosi gli interventi interpretativi dell’agenzia delle Entrate, del ministero dello Sviluppo economico e dell’Enea, mentre la ristampa della guida del Sole 24ore conta un centinaio di pagine!), sono necessari consulenti e tecnici di ogni tipo, dagli architetti ai notai passando per i certificatori ed esperti di burocrazia.

Pertanto si tratta di un provvedimento legislativo, finanziato con soldi pubblici, che andrà a vantaggio di chi può permettersi di sostenere questo tipo di spese per comporre il puzzle dei requisiti, dei controlli, delle attestazioni, delle detrazioni, della cessione del credito o dello sconto in fattura. In ultima analisi ne beneficerà soprattutto chi di soldi pubblici regalati non ne avrebbe bisogno.

Viviamo in una società che sta diventando sempre più classista e democraticamente autoritaria. A fronte di questa situazione vi è chi sogna una rivoluzione comunista foriera di uguaglianza e giustizia sociale. Anch’io un tempo facevo di questi sogni, che temperavo con un pizzico di realismo a riguardo della non emendabilità di certi fatti in una società molto complessa qual è la nostra.

Ora è più ricorrente un altro sogno: l’arrivo dei marziani. Però a Roma non finisce come laltra volta. Stavolta è come lApocalisse dello pseudo Giovanni. 

Che ci posso fare, ai sogni non si comanda e stamattina butta così.

2 commenti:

  1. Non ho molta familiarità con l'Apocalisse di San Giovanni. Ricordo meglio il Marziano di Flaiano, ma tutto sommato mi fido della mia esperienza personale, avendo abitato a Roma per qualche tempo, in epoca immediatamente pre-Raggi. I problemi di Roma sono certamente molti, ma quelli che meglio colpiscono la vista e la vita degli abitanti e dei visitatori si possono riassumere in una definizione sintetica: nessuna manutenzione. Ora, siccome chi NON fa la manutenzione vota, e così fanno i suoi parenti e amici, vedi bene come i problemi non siano risolvibili col metodo democratico.

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  2. È questo un prodotto della nostra società: https://www.ansa.it/piemonte/notizie/2021/06/18/morto-investito-da-camion-durante-manifestazione-lavoro_12edc90c-d3cc-4d8a-b587-82cffc66a941.html

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