Il 9 novembre 2011, Presidente del consiglio italiano era Berlusconi, quello che sorrideva sempre. Pensavamo di essere messi male. Ed effettivamente non s'era messi bene. Il debito pubblico italiano era di 1.900 miliardi di euro, al 120,1% del Pil. Quel giorno Mario Monti veniva nominato senatore a vita. Quattro giorni dopo gli fu affidato l'incarico di formare il nuovo governo. Ci lasciò ad aprile 2013 con 128 miliardi di ulteriore debito. In quei giorni Grillo pronosticava che l'Italia sarebbe fallita in autunno. Il governo Letta aggiunse al debito una mancia di 65 miliardi. Il Grande Rottamatore, da par suo, altri 122. L'attuale governo, il governo del popolo, riuscirà a battere ogni record. Che dirà allora Grillo?
Semplicemente ripetere quello che proclamò lui medesimo: vaffanculo a lui, all'associato e a tutta la banda degli onesti.
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