sabato 10 novembre 2018

Il germe


Anche ufficialmente la sinistra s’è squagliata, non esiste più. A tal proposito sono state dette parole inequivocabili. E, del resto, esse seguono con notevole ritardo i fatti. Perché la sinistra non è morta di recente, ma da decenni. Quanto meno dall’indomani dello scioglimento (di ciò si è trattato) del Pci, cioè del partito che aveva ancora un sentimento popolare d’ispirazione socialdemocratica.

Senza farla sofisticata: è stato messo in piedi un cartello elettorale del quale facevano parte ex comunisti (??) pentiti e abiuranti (valga per tutti l’esempio di Veltroni), liberali (ipse dixit) come Bersani, oggi sedicente socialdemocratico, ex democristiani come Franceschini e Bindi, ex radicali borghesi come Rutelli, e altri bisognosi di trovare nuove fonti di sussistenza. Solo per citare i meno peggio, ossia evitando di scrivere il nome del più vanesio e scoreggione di tutti.  

Ora dicono di voler recuperare consensi cantando stonati la filastrocca del bel tempo antico, paventando i pericoli della destra fascistoide. Ebbene, non si può diventare di “sinistra” dopo che per decenni s’è aderito al più stucchevole dei pragmatismi borghesi. Men che meno marxisti, un repêchage peraltro che nemmeno è nei loro pensieri. E però oggi – il tempo s’incaricherà di darmi ragione, ahimè inutilmente – solo andando sulle perdute tracce del marxismo è possibile imbastire qualcosa che non sia la fotocopia dei populismi di destra variamente declinati.

*

Se il marxismo è una religione, come sostengono taluni, si tratta di una religione che non ammette conversioni tardive, cioè dopo che per decenni s’è frequentato ogni bordello dell’ideologia borghese.

Uno dei più grandi pensatori di ogni epoca, Karl Marx, ha indagato e posto in luce le leggi di movimento del modo di produzione capitalistico. Sul piano scientifico ha fatto per l’economia politica ciò che ha fatto Darwin per la biologia. Se il darwinismo ha incontrato e incontra ancora resistenze soprattutto nell’ambito religioso, il marxismo ha trovato e trova opposizione da parte di ogni borghese che abbia interesse che tutto resti e continui com’è.

Con una differenza, che se in occidente le credenze religiose tradizionali sono  in declino, dall'altro verso il capitalismo, e dunque la borghesia, celebra il suo trionfo nonostante e anzi grazie ai suoi instancabili “riformatori”.

Come il darwinismo, anche il marxismo può essere, nei dettagli, ogni sorta di cose, però entrambi denotano dei fondamenti imprescindibili. Nessuna persona seria oserebbe prendersi beffe della teoria dell’evoluzione darwiniana, anche se di essa ha un’idea approssimativa; e invece ogni galoppino, ogni “esperto” e buffone, ogni sciocco apologeta del sistema, può farsi beffe dall’alto della propria sicumera della critica dell’economia marxiana.

*

Il modo di produzione capitalistico porta in sé delle contraddizioni inestinguibili. A titolo d’esempio: ha soppiantato definitivamente la produzione individuale sino a residui insignificanti, e con ciò la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica si presenta con un antagonismo sempre più marcato.

La forza motrice dell’anarchia sociale della produzione – e non già di per sé lo sviluppo tecnologico – trasforma sempre più la grande maggioranza degli uomini non solo in proletari, ma in forza-lavoro che non trova impiego o viene assunta in forme sempre più precarie e di sfruttamento.

Le macchine, il mezzo più potente per ridurre il tempo di lavoro, si mutano nel miglior mezzo per trasformare la vita del lavoratore in tempo di lavoro disponibile per valorizzare il capitale. Così la super produttività degli uni è divenuta il presupposto della disoccupazione degli altri.

In ciò risiede già in germe tutto il contrasto del nostro tempo.

8 commenti:

  1. Ah, non fu quando diedero l'ostrica a Bordiga? Io poi diffido della nomina di Gramsci anche se non ho argomenti a riguardo. Ciao!
    Malestro Maloro e quant'altro

    RispondiElimina
  2. Come ha ben scritto è un repêchage che nemmeno è nei loro pensieri, e nella loro natura da twittatori compulsivi, e manco nei loro studi giovanili che certamente non hanno contemplato Marx. Come ha già scritto in qualche altro post, almeno qui in Italia e soprattutto dalla classe dirigente, Marx non è stato letto, quando l'hanno letto è stato da una pessima traduzione, quando l'hanno studiato era un bignamino tratto da una pessima traduzione. Ora non so cosa si studiasse nelle vecchie scuole di partito ma ho avuto la curiosità di guardarmi il programma 2017 della scuola di formazione PD "Pierpaolo Pasolini" e non voglio infierire sui docenti "intellettuali di riconosciuta qualità" e sul loro insegnamento "originalmente pensato" ma mi pare che non da questa classe dirigente e non dalle future generazioni così poveramente forgiate possa risorgere l'araba fenice della socialdemocrazia. Capita in un momento difficile della nostra vita di riprendere a leggere vecchi libri che troppo superficialmente avevamo accantonato nel passato e di studiarli e di trarne una morale e un conforto per il presente. Qui manca l'umiltà di studiare e di capire il tempo in cui viviamo, qui la battuta fulminante da 120 caratteri e il numero di follower che la ritwittano danno la profondità e la bontà del pensiero di questa classe dirigente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie per il bel commento.

      «Il marxismo era, sicuro, una filosofia [sic!!!] e se si vuole un umanesimo, ma non si poteva tirare in tutte le direzioni, fin fuori dalla sua origine, nella crudele estraneazione del modo di vivere e produrre nel capitale: né si poteva giocare allegramente Gramsci contro Marx, o addirittura Vico contro Gramsci. Eravamo sempre là, al crocianesimo di ritorno nella formazione del gruppo dirigente comunista (La ragazza del secolo scorso, p. 301).»

      E del resto, scriveva sempre Rossanda, Marx “nessuno lo leggeva”.

      Elimina
  3. Del resto, se lo leggevano troppo, allora come oggi, erano dogmatici...

    RispondiElimina
  4. Quando i lavoratori Atac, anzichè formare una Cooperativa e gestire un Bene Pubblico importante come il Trasporto facendo valere la loro dignità, professionalità ed esperienza, si riparano dietro i sindacati, quasi come un caporalato, meri strumenti di produzione parlanti, diventa difficile parlare di emancipazione del proletariato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. di tutto diventa difficile parlare, e scriverne anche di più

      Elimina
    2. credo che in questo post venga centrato il problema:
      https://phastidio.net/2018/11/12/atac-il-sistema-paese-e-la-bancarotta-del-socialismo-surreale/

      di interesse sarebbe indagare il perché dell'assenza di "civismo". e credo che ciò sia stato fatto. vero che siamo un popolo di analfabeti, ma c'è chi questo popolo l'ha voluto mantenere analfabeta per approfittarne in ogni modo.

      Elimina