mercoledì 12 settembre 2018

Il mercato vi farà carico delle proprie contraddizioni



Un’epoca segnata dalla comunicazione ultraveloce, dai satelliti alla fibra, presto dalla “rivoluzione 5G” con tempi di pochi millisecondi, dagli schermi 4 e 8 K, da droni, dai robot di ogni tipo, microchip in grafene migliaia di volte più veloci di quelli attuali (nel film di fantascienza Blade Runner (1982) si telefona ancora a … gettoni!).

Queste notizie sono quotidianamente in primo piano, e ciò non è casuale. Lo sviluppo tecnologico e informatico non è neutrale e offre mezzi straordinari per influenzare l'opinione pubblica mondiale e ha reso le operazioni di azione psicologico-mediatica l'arma strategica dominante.

7 miliardi e passa di esseri umani non si nutrono né di microchip né di fibra ottica. Ci nutriamo di cibo, e questo viene prodotto dall’agricoltura e dalla manifattura alimentare. Il 90 per cento delle nostre calorie proviene da 15 specie vegetali, due terzi sono prodotte da sole tre piante: riso, mais, grano. Un settore produttivo, quello dall’agricoltura e dalla manifattura alimentare, che però costituisce solo il sei per cento dell’economia mondiale. Una quantità dieci volte minore rispetto al settore dei servizi. Questa piccola quantità definisce tutto il resto, poiché senza di essa non esisterebbe nulla.


Non solo colture estese e intensive, non solo tonnellate di fertilizzanti e antiparassitari, non solo grandi macchine operatrici, bensì zappa e vanga, un lavoro estremamente fisico. L’agricoltura consiste ancora in cinque processi di base: selezione delle piante, utilizzo dell’acqua, rinnovo e arricchimento dei terreni, protezione dagli insetti nocivi, impiego della forza-lavoro. Quella piccola percentuale dell’economia mondiale dà lavoro al 43 per cento della popolazione economicamente attiva, vale a dire a 1,4 miliardi di persone.

Ecco dunque perché i cambiamenti climatici hanno un impatto così decisivo sul fenomeno delle migrazioni di massa. Tuttavia, in cima al fenomeno troviamo cause quali l’espropriazione delle terre da parte delle multinazionali agroalimentari e le loro politiche di dumping, l'impiego sconsiderato delle risorse idriche locali, le colture intensive, e tutto ciò che favorisce la desertificazione (*).

Non serve a nulla un piano Marshall per l’Africa a fronte dei disastri imposti dal Washington Consensus, dunque dall’ideologia che lo ispira, dalla Banca mondiale e dal Fondo monetario internazionale. “Il mercato si farà carico di migliorare le loro condizioni”, così dicevano a riguardo degli agricoltori dei cosiddetti paesi in via di sviluppo. S’è visto come.

L’apertura dei mercati è stata una manna per le multinazionali, le quali potevano importare in quei paesi derrate alimentari meno costose, provenienti da un’agricoltura sovvenzionata dagli Stati d’origine. Fu una delle più feroci violenze operate dal capitale mondiale: senza sbocchi per i loro prodotti milioni di contadini dei paesi più poveri persero anche qual poco che avevano. I loro paesi abbandonarono la speranza di produrre il cibo di cui avevano bisogno, di non dipendere dai prezzi e dai capricci del “mercato”.

Il mercato, ossia il capitale (questo il vero nome del famigerato “mercato”), scarica le proprie contraddizioni anzitutto sui paesi più poveri e soprattutto sulle fasce sociali più deboli. E ciò avviene ovunque, alla faccia delle chiacchiere sul liberalismo e le sue virtù.

(*) Nel Nordafrica, in epoca medievale, l’agricoltura viveva ancora una buona fase. Con la conquista musulmana, l’agricoltura tradizionale fu sostituita con l’allevamento e la pastorizia e ciò ha indubbiamente favorito l'inaridimento dei terreni. 

3 commenti:

  1. l’agricoltura tradizionale fu sostituita con l’allevamento e la pastorizia
    Finalmente qualcuno che ,pur "timidamente, dice.
    L' allevamento delle pecore ( ma soprattutto dei capridi) è devastante per i terreni, specialmente quelli con precipitazioni marginali che poi non possono recuperare la rinascita spontanea della massa arborea . La quale oltre a trattenere le acque e l' humus è un "fertilizzante naturale" in quanto ,al contrario delle piante erbacee, si nutre di minerali estratti in profondità dal suo profondo apparato radicale .

    Trovare una stabile sinergia tra culture arboree , culture erbacee e animali di allevamento è fondamentale per il mantenimento della qualità dei terreni; la nostra agricoltura medioevale lo sapeva, quella di oggi no.
    ws

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  2. La nuova colonizzazione.
    Con la scusa di aiutare i paesi poveri si offrono prestiti per lo sviluppo delle infrastruture: centrali elettriche, autostrade, porti, aeroporti o poli industriali, che saranno costruite da chi presta i soldi. Si creano, con l'accordo di una classe dirigente corriva, grossi debiti che dovranno essere rimborsati con gli interessi, saccheggiando le risorse naturali ed effettuando tagli ai servizi sociali.

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