giovedì 16 novembre 2017

Il recuperatore


Ieri sera ho seguito l’on. Pierluigi Bersani ospite della dott.ssa Dietlinde Gruber. Nessuno dei tre giornalisti presenti in studio – con reddito abbondantissimamente superiore alla media – mostrava di essere in contatto con la realtà, e ciò nonostante le suppliche dello stesso Bersani. Tentativo inutile ma del quale bisogna dargli atto.

L’on. Bersani, mesi addietro, sempre nella stessa trasmissione televisiva, ripeteva di essere un “liberale”. Ieri sera ha leggermente cambiato posizione, dichiarando di essere “socialdemocratico”. Piccoli spostamenti di orientamento, insignificanti per quanto riguarda la sostanza, e però la dicono lunga sul travaglio dell’uomo e del politico, sul difficile momento di chi per troppi anni ha ingoiato tanti rospi. Il suo tentativo, dichiarato, è quello di recuperare i voti finiti nel “bosco” dell’astensione. Eh già, l’astensione ormai gioca un ruolo attivo. Non solo in Italia.

La ricetta per recuperare voti presso chi non ne vuol più sapere di farsi prendere in giro è la solita: un po’ di questo e un po’ di quell’altro, sul piano del “lavoro” e del fisco. Se non è un recupero pieno dell’articolo 18 sia almeno un 17 e rotti, ripete da tempo Bersani. Magari facendo pagare un qualcosa in più a chi paga poco o nulla. Senza spingersi in proposte indecenti, per carità. Per esempio, mai una tassazione di livello tedesco o francese per le donazione e successioni. Non sarebbe la fine del mondo copiare la famosa “Europa” per quanto riguarda le imposte sulla rendita, tuttavia si guarderanno bene sia i socialdemocratici e sia i “produttori di vino” dal proporlo, ma soprattutto, si presentasse mai il caso concreto, dal farlo.


Intanto, ogni anno, dall’Italia parte per l’estero un numero di pensionati e di giovani pari alla popolazione di una media città. E vi posso assicurare che ci vuol coraggio per emigrare in Bulgaria, ma anche per andare a vivere in Inghilterra. E una bella faccia tosta per ignorare una tendenza in accelerazione.

8 commenti:

  1. "E vi posso assicurare che ci vuol coraggio per emigrare in Bulgaria, ma anche per andare a vivere in Inghilterra."

    Sono anni che io e mia moglie ci pensiamo (all'Inghilterra).
    Ma alla fine tutti i nostri amici emigrati, specialmente a Londra, stanno umanamente peggio.
    Anche quelli che guadagnano stra bene (il mio migliore amico è un manager a Londra, porta a casa più di 100000 sterline all'anno... eppure ripete costantemente che tornerebbe in Italia, che andrebbe in Spagna...).
    Perchè sì, è vero, si è pagati meglio, ma si vive una vita alienata all'ennesima potenza, come se il denaro potesse ripagare la propria totale disumanizzazione..

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    1. Non mi va di raccontare cose troppo personali, ma conosco, mio malgrado, nei minimi dettagli usi e costumi inglesi (e non mi riferisco solo ai ceti più bassi). Non è giusto generalizzare, ma ad ogni modo nell’insieme non annovero gli inglesi tra i popoli civili. Non provo per loro alcun sentimento ostile, ma un genuino ribrezzo. È bene che restino tra simili.

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    2. anche la moglie del mio amico spesso parla con orrore di ciò che vede nelle case dei colleghi british.........

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  2. sarebbe un bel problema tassare come in Europa proprio perché l'Italia non è Europa.
    Innamorati dell'Italia, a Bruxelles si son trascinati in casa un mostro. Un mostro che non può permettersi unione fiscale, figurati il resto. Dove i conti non tornano mai perché le tasse vengono pagate unicamente da chi le ha estorte alla fonte in cambio di un tetto, un impiego, una pensione... Puro medioevo. Dove pochissimi, sempre meno, lavorano; e fra quelli che lavorano pochissimi fan lavori produttivi a valore aggiunto. Paese rentier dove il lavoro è ormai gran retorica e il patrimonio tutta sostanza.
    Se la tassazione fosse anche solo come in Germania ci sarebbe subito una guerra civile in Italia.
    Forse dire guerra civile è troppo in effetti - ci sarebbe certamente una guerra dei ricchi contro i poveri. Dall'attuale dittatura dei medici, avvocati e commercialisti si andrebbe alla guerra contro contro tutti quelli che non fanno come tutti... E' la guerra che subiamo da anni, noi che odiamo l'Italia.

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    1. noi che odiamo l'Italia

      c'è della poesia in questa frase

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  3. Bersani ha "perso la sua gente" negli anni novanta ma se ne è accorto ieri. personalmente sto meglio così, richiare di essere la gente di qualcuno mi fa inferocire

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  4. Qualcuno li ha definiti, con un gioco di parole calzante, "scissionisti da riporto". E in effetti è questa la loro funzione storica, nell'agone politico-mediatico borghese: ricondurre verso l'ideologia dei carnefici gli esemplari di proletari più inclini a rivolgere lo sguardo all'orizzonte.

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