In prima pagina sul Corriere, e poi a seguire a pagina 28, il professor Ernesto Galli della Loggia dedica
il suo editoriale odierno ad una realtà prima a lui “totalmente sconosciuta”, un’esperienza
antropologica avvenuta per puro caso in una “luminosa mattina di ottobre”. Da
ciò la sorpresa e forse l’autentico turbamento che l’ha spinto a raccontare di
aver trascorso alcune ore in “un quartiere di piccola borghesia” della
periferia romana, nel quale sopravvive, nel degrado, nella solitudine e nell’assenza
completa di negozi e uffici, “gente di redditi modesti”.
Scrive, tra l’altro, il nostro Gogol':
Vista da una
periferia, sia pure per poche ore ma in prima persona, ogni questione appare
con contorni più netti, ogni problema acquista un’altra misura.
Diventa
innanzi tutto più netta e tangibile la questione — dobbiamo ancora oggi
adoperare questa parola — dell’ineguaglianza. Che, superata una certa soglia,
produce una rottura violenta di quel sentimento di giustizia che vive entro noi
e ci serve a mantenere il rispetto di noi stessi. Allorché per l’appunto
l’ineguaglianza diventa ingiustizia. Determinare la soglia di cui sopra non è
facile, certo. Ma è anche vero che forse abbiamo abbandonato con troppa
disinvoltura l’idea di «giusta società» senza la quale una democrazia
appassisce e probabilmente muore.
E dunque, c’è da chiedersi, quale sarebbe infine la
proposta del professor Ernesto Galli – “pensando in grande”, egli precisa – in
modo che l’ineguaglianza non diventi ingiustizia e la democrazia non deperisca
e muoia? Il risultato si ottiene, conclude, “obbligando tutti, ma proprio
tutti, a pagare le tasse”.
Averci pensato prima ...
Averci pensato prima ...
È uno di quelli che ha le ritenute IRPEF alla fonte.
RispondiEliminastesso pensiero
Eliminastesso pensiero
EliminaPenso che possa interessarti. ciao g
RispondiEliminahttps://www.pandoratv.it/global-communication-lectio_1-3-question-time-sulla-global-communication/