martedì 6 dicembre 2016

Il suo definitivo fallimento



Il dibattito, prima e dopo voto referendario, è centrato sulla crisi della rappresentanza, segnatamente sulla crisi della cosiddetta sinistra. Crisi non solo italiana. E sugli effetti della crisi economica, con tutti i suoi cascami sociali. L’unica crisi non evocata per nome è quella del riformismo, figlia della crisi – non solo di ciclo, bensì generale e storica – del capitalismo.

Va da sé che tutti questi discorsi sulla crisi e intorno ad essa sono espressione dei rapporti sociali dominanti, rapporti materiali dominanti presi come idee. La crisi è così vasta, profonda e coinvolge le basi stesse su cui poggia il sistema nel suo complesso. Nessuna riforma, per quanto ampia e radicale, potrà disinnescare le contraddizioni del capitalismo.

Nella fase in cui il capitale ha occupato, piegandolo ai suoi bisogni, ogni interstizio della formazione sociale, vale a dire nella fase del suo dominio reale totale, il meccanismo della produzione dei sistemi ideologici dominanti si modifica alla radice.

Qui non c’è più alcuna coincidenza tra gli interessi della classe dominante e quelli delle classi subalterne. E perciò la classe dominante non ha più margini per travestire il suo interesse da “interesse universale”. È in questa chiave che va letta, anzitutto, la crisi delle forme di rappresentanza.


Pertanto, seguire il dibattito mediatico è tempo perso, poiché quella gentaglia non ha alcun interesse di venire a capo di nulla, perché ciò significherebbe porre in rilievo il ruolo che finora ha giocato e infine il suo definitivo fallimento.

12 commenti:

  1. l'unica cosa importante, come ribadito da tutta la classe politica, è stata la partecipazione, l'affluenza al voto. Affluenza che, mi spiace, certifica una coincidenza - almeno di forma - fra interessi di classi diverse.

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  2. cara Olympe, sai che sono molto negativo sulla tua partecipazione al referendum. La rispetto e ho cercato di valutarne l'opportunità politica. Ma non ci siamo, scuoto la testa. Mi fai sentire un massimalista.
    Adesso sono molto preoccupato per via di una batosta che mi son preso ocme astensionista (han votato praticamente tutti tranne i lumpen). E' un momneto difficilissimo. Vedo arrivare colpi di maglio ora per la nostra infima minoranza, da tutte le parti, ciao.

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    1. i motivi per i quali ho votato credo di averli riassunti per tempo. aggiungo che Renzi mi ha aumentato l'iva sul pellet dal 10 al 22 per cento. e già questo sarebbe sufficiente col freddo boia che fa qui nel profondo nord. come avevo anticipato in un commento sul blog di Malvino, il NO avrebbe vinto, nel veneto sarebbe stato valanga. così è avvenuto, e la mia provincia ha avuto il più alto tasso di partecipazione al voto. credo per via del pellet. nel mio comune il No ha ottenuto oltre il 69 per cento. un po' del merito ritengo sia anche mio. infatti, per la prima volta, e credo anche l'ultima, ho partecipato perfino ad una cena di classe. dopo due ore e mezza di comizio, ho lasciato gli over 60 esausti, dicendo loro: gustevi il dessert, se vince renzi potrebbe essere l'ultimo. ciao

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    2. carissima,
      da quello che scrivi risulta che viviamo molto vicini e questo mi conforta.
      Da quello che scrivi penso che i tuoi compagni di classe avranno pensato "comunista" di te, e questo mi conforta.
      Anch'io ho vissuto inverni al pellet. Li ricordo bene. Purtroppo ne ho passati anche senza riscaldamento alcuno. E' lì che divenni massimalista. Come Gesù insomma.
      Da quello che scrivi temo che la tua partecipazione al voto sia più un moto di sconforto che una strategia. Cosa farete adesso?
      Rinnovo: l'alta adesione al voto manifesta alta adesione ai propri padroni. Mi permetto di scriverlo perché nell'analisi politica generale - in effetti deprimente - coincidiamo ancora. ciao.

      Le borse di acqua calda mi han salvato la vita.

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    3. a me le Borse l'hanno migliorata. ciao caro

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  3. Mi chiedo: ma chi cazzo mai capirà un post del genere?
    Un lavoratore? Un disoccupato?
    Ma a chi servono questi post, se la classe lavoratrice, leggendola, non ci capisce un emerito...beeep!

    P.S: chiedo venia per le mie "licenze poetiche".

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  4. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-12-06/istat-italia-oltre-persona-quattro-rischio-poverta-o-esclusione--102021.shtml?uuid=ADX9rT8B

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  5. La tua individuazione delle cause delle crisi della rappresentanza è di una lucidità folgorante.

    grazie ciao.g

    Ps. x anonimo.
    Purtroppo la realtà non è sempre semplice.
    Anche se siamo nell'era digitale che ci induce a credere che tutto possa essere ridotto ad un secco sì o no, come nel linguaggio binario che funziona con 0/1.
    E siamo entrati nell'era digitale dopo quella, non ancora terminata, della tv e in un periodo di feroce attacco al diritto allo studio.
    Ma , cambiando prospettiva, non sono problemi nuovi...ricordo qualcosa come...le scuole popolari...quelle di partito.

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    1. grazie a te. la sinistra è "liberale" (Bersani dixit). ma come si fa ad essere liberali in un sistema dove domina il capitale monopolistico multinazionale? come si può pensare di riformare un sistema sottoposto al movimento del capitale che procede come legge di natura? come si può pensare di risolvere o quantomeno mitigare la disoccupazione mantenendo la giornata lavorativa a 8 ore? come si può pensare di tutelare il lavoro quando il capitale può trasferirsi dove vuole? come si può fermare la speculazione finanziaria quando questa è diventata il perno su cui regge il mercato? ecc.

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  6. per i raffronti con le tornate referendarie ed elettorali precedenti

    http://www.cattaneo.org/press_release/la-partecipazione-elettorale-al-referendum-costituzionale-del-4-dicembre-2016/

    anche se manca, mi chiedo come mai, il confronto con le europee del 2014

    rispetto alle ultime politiche la partecipazione al voto è ovunque inferiore, la media è del -6,7%

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    1. secondo me il raffronto dell'affluenza di un referendum con altri tipi di consultazioni ha un valore molto relativo, specie per quanto riguarda questo referendum. ricordiamoci – come ho rilevato nel lontano 21 settembre – che si è trattato di un plebiscito.

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    2. in EU la frantumazione dello schema politico "bipartitico" si evidenzia nella nascita del terzo partito (non più di sostegno e a vocazione minoritaria come succedeva prima) e quindi la difficoltà a formare maggioranze propende a che sia "sempre" un plebiscito. in questo senso una guardata di massima alle politiche del 2013, con i 5 stelle al 25%, ha una qualche valenza

      Se si propende per la chiave di lettura proiettata sugli equilibri continentali la storia è la stessa, dopo la brexit



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