Caro Walter, sono giusti
quarant’anni (eri appena più giovane di me) da quando ti hanno ucciso con una
raffica di mitra sotto gli occhi di tua madre mentre tentavi di sottrarti alla
tortura e al carcere. Chissà cosa diresti oggi del letamaio nel quale siamo
dentro fino al collo. Forse l’immaginavi, anche se non nel dettaglio. L’involuzione
del Pci, il partito Stato che diventa Pds, poi Ds e infine toglie la esse e diventa il
nulla qual è oggi effettivamente. Ma non potevi immaginare che a capo di esso
avrebbero messo un giovanotto cui mancano solo i ray-ban per rappresentare
anche visivamente il perfetto squadrista ripulito. E, del resto, come definire
altrimenti un tizio che come capo del governo è autore di quei provvedimenti
legislativi che chiamano jobs act? Fascista, non c’è dubbio.
Uno spostamento ideologico al
quale ha aderito tutta l’intendenza cosiddetta di “sinistra”. Dall’economia,
ossia dal lavoro, l’attenzione e le lotte si sono spostate sui diritti civili
(sacrosanti, va da sé), e ciò non è stato casuale. Fa parte di una precisa
strategia. Vedresti, caro Walter, cosa succede a quella sinistra che si
definisce ancora internazionalista, che esalta le lotte in armi dei curdi e
finanche degli oppositori di Assad, ma deplora qui da noi un sasso lanciato
contro la vetrata di una banca. Quella sinistra, oggi detta “radicale”, che
crede ancora in questa Europa, che non vuole più neoliberista ma diversa, ossia modificata
secondo l’illusione socialdemocratica e riformista (quella socialdemocrazia che
fino agli anni Settanta ha combattuto). Il sogno di un welfare incompatibile con
l’attuale fase dell’accumulazione capitalistica.
E dunque, per farla breve, perché meravigliarsi che questa stessa sinistra occidentale (per ciò che vale denotarla come “sinistra” nelle sue molteplici versioni parlamentari di governo e di blanda opposizione) sia riuscita a consegnare la protesta e la ribellione popolare di oggi alla destra?
Siamo arrivati al punto che è la
stessa borghesia a revocare in dubbio il principio del suffragio universale
quando le elezioni non portano ad un risultato conforme ai desiderata. Insomma,
quando la propaganda non basta a produrre una rappresentazione positiva della
sua ideologia e il voto a costruire il consenso e farsi legittimare tenendo
sotto controllo i meccanismi elettorali. Si tende ora a buttarla
sull’emozionale e il soggettivo, a non voler vedere la chiave economica del
rifiuto che si leva in Europa e negli Usa. La buttano sul “populismo” per non
riconoscere la patente di legittimità politica a chi prende posizione contro il
sistema economico che chiamano globalizzazione.
Restiamo dunque, ahimè, in attesa
che ci si ricordi di analizzare la realtà per ciò che è. Nelle contraddizioni immanenti
al capitalismo, nella sua crisi strutturale, generale e storica
(dialetticamente: nel momento del trionfo del neoliberismo), nella caduta
tendenziale del saggio di profitto, nella rivoluzione tecnologica con i suoi
risvolti nella composizione organica del capitale e sull’occupazione di
forza-lavoro, nelle retribuzioni scese in molti casi sotto il livello di
sussistenza (non si paga il lavoro ma si premia la rendita e la speculazione), il crollo della domanda, la nuova composizione di classe, eccetera.
Questi sono i temi sui quali si dovrebbe interrogare e misurare una sinistra
degna di questo nome.
Olympe c'è un errore nel nome, prima riga
RispondiEliminaEuropa: quando la destra governa attraverso la sinistra
RispondiEliminahttp://www.agoravox.it/Europa-quando-la-destra-governa.html
PS. meglio aggiungere, all'inizio, la L a Water
buona giornata
ringrazio entrambi. succede quando si scrive prima dell'alba, ma anche quando il correttore automatico gioca simili scherzi.
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