L'affluenza alle urne sarà alta (non vi sono ancora dei dati), credo sul 60 per cento ma anche oltre. Trarre pronostici da questo fatto è solo un giochino. Renzi spera di vincere con il voto dell'estero, e questo la dice lunga sulla pasta d'uomo. Restiamo
in attesa che, in piena notte, le solite facce di bronzo ci raccontino quanto
il voto referendario abbia confermato le loro previsioni ed esternino i loro
timori o la propria soddisfazione.
Intanto,
nemmeno questa mattina Eugenio Scalfari rinuncia a spacciare la sua droga, come
se il suo giornale non avesse avvelenato abbastanza in questi mesi. Arriva all’insulto
aperto e gratuito contro Gustavo Zagrebelsky (“siamo stati buoni amici”),
accusandolo, tra l’altro, di un «Io» alquanto esuberante e di essere “in
pessima compagnia”. Evidentemente non rammenta che la costituzione vigente fu
approvata con quasi il 90 per cento dei voti (458 favorevoli e solo 62
contrari), e dunque in compagnia c'erano quasi tutti.
Questa robaccia spaccia anche stamani l’ex fascista, poi monarchico al referendum del 1946, poi
craxiano e sempre visceralmente anticomunista. Sempre con un piede in due
scarpe, nella vita pubblica come in quella privata (fu bigamo per decenni: “la
dura fatica della bigamia”). Evidentemente conta che dopo il referendum, per i
servigi resi, nel nuovo senato gli venga dato il laticlavio. Qualunque epiteto
rivolto a quest’individuo rischia di essere modesto.
Vergognoso, sì.
RispondiEliminaSì, vergognoso. ;-)
EliminaOlympe, grazie!
RispondiElimina"non rinuncia a spacciare la sua droga"
RispondiEliminaI pushers contano sulla dipendenza.
"’ex fascista, poi monarchico al referendum del 1946, poi craxiano e sempre visceralmente anticomunista."
D'ora in poi nei suoi abituali commenti sulle pastorali scalfariane lo metta sempre in esergo.
Bsta questo.