Non hanno trovato i soldi per mettere qualche pezza
alla sciagurata riforma pensionistica Monti-Fornero. C’è chi vorrebbe che gli
schiavi lavorassero fino all’ultimo respiro in nome della “sostenibilità del
sistema”, quello stesso sistema fatto di stipendi e liquidazioni milionarie, di
pensioni di decine di migliaia di euro il mese, d’invalidità fasulle, ecc.. Però
si trovano sempre decine di miliardi di soldi pubblici per salvare una banca. L’ingerenza
dello Stato nell’economia viene stigmatizzata solo quando fa comodo. Non si può,
dicono gli stessi integralisti del liberismo, far fallire le banche come qualsiasi altra
attività economica. Né si possono, per rivalsa, appendere ai lampioni i responsabili dei
dissesti bancari, immagino per ragioni di decoro urbano. Invece si assassinano scientemente e impunemente migliaia di persone inquinando l’aria, l’acqua e il cibo.
Non ci sono soldi, tranne che per regalarli ai
padroni. Decine di miliardi perché assumessero forza-lavoro a tempo
indeterminato. Ma prima, si è tolto di mezzo l’articolo 18. Ora si finge di scoprire ciò che era fin
troppo evidente fin dall’inizio, e cioè che, finiti gli sgravi fiscali e
contributivi, si licenzia alla grande. I vari provvedimenti denominati Jobs act
a questo sono serviti, a rafforzare una condizione del lavoro fatta di ansia e di ricatti.
Questi fatti sono molto più gravi di una voce dal sen
fuggita a quel galantuomo di Poletti, che peraltro conferma l’intima
considerazione che questi infami al governo hanno di noi in generale e dei
giovani in particolare (che però non sono bersagli esclusivi in questi anni zero). Basti ricordare la Fornero, la quale con stile
britannico definì i giovani choosy. Vada a dirlo ai lavoratori di Almaviva. Sappiamo bene che una volta sul fondo ci si arrangia con quello che capita. Non c'è più una linea retta tra il passato e l'oggi, il lavoro non è più un diritto, se mai lo è stato, ma solo una speranza.
L’Italia da decenni ha il più alto avanzo primario
d’Europa (la differenza tra spesa pubblica e entrate erariali al netto degli
interessi sul debito pubblico). Nonostante le riforme delle pensioni e del
lavoro (imprescindibili per la stabilità del sistema e per favorire la
crescita), il calo drastico degli interessi sul debito e il crollo della
bolletta petrolifera, il debito pubblico è aumentato da 1.897,946 miliardi del
2011 a 2.224 miliardi ad ottobre 2016. Dunque un aumento del debito di 326
miliardi, mediamente oltre 65 miliardi l’anno.
Non viene il sospetto che si parli d’altro e ci
stiano solo prendendo per il culo?
c'è un typo nel titolo
RispondiElimina:)
grazie
EliminaRiprendere al piu' presto la lotta per modificare davvero la fornero.introdurre nel sistema pensionistico italiano VERA flessibilita'.contro l'APE antisociale sciopero generale (coi sindacati di base non coi venduti chil cisl uil)
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