sabato 31 dicembre 2016

Il ritorno di Edmond Dantès



Pronostici per il 2017? Compito arduo. Prendo la cosa alla larga, sulle generali, per poi accennare a qualche dettaglio, miserevole per quanto riguarda la politica di palazzo italiana.

La rivolta contro le condizioni presenti cova ovunque, come mostrano molti sintomi. Non ha ancora, e chissà per quanto, un progetto esplicito e organizzativo perché risente del fatto che il posto è occupato dalla vecchia politica. Questa politica ha fallito e si è trasformata in costante menzogna perché non ha progetto – se non quello di garantire l’esistente –, ed è incapace di definire l’inaccettabile e vedere nella sua globalità il possibile.



Se la vecchia politica occupa ancora un posto di primo piano, con le relative forme illusorie della coscienza sociale, non è così per la società che abbiamo conosciuto fino a pochi decenni addietro. Essa si è dissolta ed è stata sostituita dalla cultura del consumo, ossia dall’ideologia della merce. Questa è una verità oggettiva e una banalità vissuta messa alla portata di tutti.

La logica dello sviluppo reale del capitalismo è venuta in luce, nonostante gli sforzi teorici e pratici di chi vorrebbe mascherarla e mantenere la massima confusione intorno ad essa. Un simile processo, che in questa fase chiamano globalizzazione, viene trascritto sulla carne di miliardi di esseri umani e fatto procedere con la maestà solenne di una realtà ineluttabile.

Sarebbe necessario, non azzardo a dire un progetto rivoluzionario, ma almeno un nuovo massimalismo che prenda atto della trasformazione della società da un punto di vista diverso da quello neoliberista. E invece siamo giunti ad accettare, anche in diritto e nell’afasia generale, la prevalenza dei profitti d’impresa sulla vita delle persone. A considerare come cosa normale l’umiliazione sociale che fa balzare i dividendi.

Il capitalismo sembra emanare una grande stanchezza, da vegliardi, ma non si tratta di “senescenza”, come qualcuno crede. Il fatto che continui ad arricchire la classe dominante ma non migliori più, incidentalmente, la sopravvivenza degli sfruttati, non deve ingannare. Il suo dinamismo viaggia cablato alla velocità della luce: con pochi tocchi di mouse gli azionisti acquistano e rivendono fabbriche e imprese, e con esse la vita di migliaia e migliaia di persone. Ciò che corrode davvero e da dentro il capitalismo è la crisi della forma-valore. Si tratta, per l’appunto, di un capitolo diverso e che nulla ha a che vedere con l’analisi soggettiva incentrata su discrasie e paradossi della sfera della circolazione.

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Posto che è il modo di produzione a costruire il potere e non viceversa, veniamo alla scena internazionale.

La principale incognita, come tutti sappiamo, è Trump e i futuri rapporti degli Usa con Russia e Cina. Tuttavia Trump non potrà fare solo di testa sua. Il nuovo presidente dovrà tener conto dei reali rapporti di forza all’interno, ovvero delle varie lobby dell’industria e della finanza, e della lobby potentissima che non necessariamente indossa la divisa e agisce nella sfera militare. In tale Olimpo gli intrecci sono inestricabili, almeno per noi comuni mortali.


Pare che Trump non sia intenzionato a proseguire verso Putin la sfida intrapresa da B.H. Obama. Resta la Cina, principale competitore degli Usa.

Anche i sassi sanno ormai dell’importanza del ruolo che sta assumendo la Cina nel mondo che si va configurando. E ciò ha provocato, ben più dell’implosione dell’Urss, un mutamento strutturale nel quadro strategico mondiale. Il bilanciamento della minaccia nucleare dovrebbe portare ad escludere una guerra tra superpotenze. Tuttavia bisogna tener conto del peso delle alleanze strategiche, e dunque del fatto che in Estremo Oriente i paesi si considerano in potenziale conflitto con i loro vicini, specie con un gigante come la Cina, un paese con un forte orgoglio nazionale e ambizioni egemoniche.

Non credo che Donald Trump abbia letto il libro dell’ex sergente sulla Cina, ad ogni modo è probabile che Henry Kissinger gli abbia riassunto il suo libro sorseggiando un Margarita, omettendogli ovviamente il Memorandum di Eyre Crowe. Sicuramente gli avrà detto che quando la diplomazia non funziona più, le relazioni si concentrano sulla strategia militare (ed è ciò che è successo con la presidenza Obama, soprattutto nei rapporti con la Russia). Trump, sorseggiando a sua volta un Kir Royal, avrà annuito, pensando tra sé: queste sono considerazioni che nel nostro mondo degli squali sono pane comune.

“È probabile – scrive Kissinger nel suo libro (p. 469) – che la competizione cruciale tra Stati Uniti e la Cina sia di tipo economico-sociale che militare”. Osservo a mia volta, chiedendo licenza, che i confronti economici tra grandi potenze non si sono mai conclusi, negli ultimi cinque millenni, in modo incruento. L’auspicio è quello che venga a prodursi un’unica eccezione.

*

Poche battute per la scena nostrana. Dopo la botta del 4 dicembre, la borghesia italiana sa che Matteo Renzi non è più spendibile contro il Movimento cinque stelle, e ciò nonostante il pasticcio della giunta comunale romana e tutta la réclame mediatica che si potrà ancora imbastire. Si va dunque verso una legge elettorale che mantenga fuori il M5S dalle leve del potere politico. Per il resto non cambierà nulla, e non è neppure da escludere il ritorno di qualche Edmond Dantès o di un suo fantasma. Ma queste sono solo congetture.

Buona fine d'anno a tutti.



15 commenti:

  1. "incapace di definire l’inaccettabile e vedere nella sua globalità il possibile". Quasi quasi prendo un paio (o dieci) tessere di partito per - nel minuto concesso durante qualche congresso provinciale - leggere tale indiscutibile frase.
    Buon S. Silvestro.

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  2. Tanto per non smentirsi...

    Alla faccia di " quelli che la Magistratura " e di resistere, resistere resistere ...
    L'anno si chiude con una sentenza della Cassazione che dichiara legittimo il licenziamento a scopo di Profitto.
    Sarà, ma pochi ci hanno fatto caso !
    In tutti i casi (sic !) forse che "qualcuno" pensava che i Magistrati fossero antiborghesi !?
    L'anno si chiude dunque bene in tutti i settori Esecutivo, Legislativo, e Giudiziario...come da copione.
    Il prossimo seguirà lo schema .

    caino

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  3. A proposito della prevalenza del profitto sulla vita delle persone, adesso anche la magistratura "rossa" si è rivoltata contro: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/29/lavoro-cassazione-il-licenziamento-e-legittimo-se-lazienda-vuole-aumentare-i-profitti/3287061/

    Buon anno a tutti.
    AG

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  4. almeno un nuovo massimalismo...

    siamo già in tre: io, te e forse ragionier che ne accennava tempo fa. Ciao!!

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  5. Già, già...1917-2017 un niente dal punto di vista storico !
    La talpa è più viva che mai !

    caino

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  6. Una volta l'anno ,si può sognare...(ma solo una volta)
    Dedico a te Olympe, questi visi di donne

    https://www.youtube.com/watch?v=aXV2P5eeV5c

    caino

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  7. Qualcuno gliel'ha già fatto implicitamente rilevare, e lei non deve prenderesela a male: l'omissione di qualsiasi riferimento al centenario della rivoluzione d'ottobre è dandismo.

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    1. il centenario cade quest'anno, dunque abbiamo tutto il tempo per una chiacchierata sul tema. vero è che in più occasioni ho scritto, per ciò che vale, cosa penso di ciò che è seguito alla rivoluzione dell'Ottobre. in estrema sintesi penso che una rivoluzione così radicale fosse prematura. come del resto si rese ben conto Lenin in seguito, quando a proposito della Nep prevedeva che potesse durare "decenni". La storia non fa salti, e quando succede di forzarla poi sono guai. iniziamo dunque l'anno con pensieri sereni.

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  8. “La presidenza Obama non ha avuto soluzione di continuità con i crimini dell'amministrazione Bush, e ha preparato il terreno per i prossimi crimini del governo guidato da Trump”.
    LA TRAPPOLA DI TUCIDIDE

    https://www.moduscc.it/la-settimana/la-guerra-possibile-usa-cina-e-la-trappola-di-tucidide-12674-231015/

    P.S. Risponde pienamente a questa logica il riavvicinamento USA a Cuba(evitare installazioni militari troppo vicine) e al Giappone(cambio Costituzione pacifista e visite a Hiroshima e Pearl Harbor).

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    1. in una partita come questa ci sono un'infinità (almeno teorica) di varianti

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