Scrive Furio Colombo nel suo giornale:
Se fossi
cittadino americano sarei orgoglioso del presidente del mio Paese. Barack Obama
ha mostrato con durezza e chiarezza la sua condanna per quelle centinaia di
cadaveri, donne e tanti bambini, sterminati in un modo orrendo e crudele e
tuttora misterioso. E ha dichiarato che non ne starà fuori. Ma invece di
correre dietro al carro delle prove, che persino il suo Segretario di Stato gli
stava offrendo, ha preferito rivolgersi al Congresso del suo Paese, dunque deputati
e senatori che in questo momento ascoltano i cittadini. Non si fa una guerra da
soli, una guerra che può diventare immensa e globale in ogni istante.
Dunque, è ammirevole che si rischi un conflitto
regionale e forse mondiale per una strage i cui esecutori e mandanti restano –
a detta del medesimo Colombo – “misteriosi”.
My Lai, 16 marzo 1968
E ammira Obama perché, nonostante non siano chiare le responsabilità della strage, non corre “dietro al carro delle prove”. Gli basta il preconcetto. Da notare, per inciso, che persino il suo Segretario di Stato gli stava offrendo tali prove. Quali siano tali prove, posto che la strage è giudicata “misteriosa”, non è dato sapere. Ma non si tratta di una strage troppo misteriosa, e non vorremmo che tra qualche tempo si scoprisse, appunto, l’uovo di Colombo.
Scrive ancora il giornalista:
Stupisce molti che in tal modo
Obama si sia fermato un passo prima della più alta prerogativa che gli spetta:
combattere subito e solo dopo dare spiegazioni al suo popolo, agli alleati,
alla Storia.
La prerogativa spetta all’Organizzazione delle Nazioni
Unite, non a Obama o a chiunque altro. Colombo lo sa, e alla fine dell’articolo
sembra pure convinto di questo (come del resto sa bene quanto sia controversa
la faccenda della War Powers Resolution
del 1973). E sul fatto che Obama debba dare spiegazioni ex post alla Storia (con
la maiuscola ovviamente), prima ancora che ai cittadini americani, prima ancora
che al mondo intero, ci riporta indietro di qualche secolo, ossia alle
monarchie assolute.
* * *
Quando Tiberio divenne imperatore, il Senato approvò
una legge secondo la quale qualsiasi proposta di legge proveniente da lui
sarebbe stata accettata automaticamente, e sarebbe diventata legge. In risposta
Tiberio affermò: "Voi siete matti. Supponiamo che l'imperatore impazzisca,
supponiamo che si ammali, si supponiamo ancora che ci sia un colpo di palazzo e
qualcun altro invii cose a suo nome? In che modo potreste essere certi che ciò
che approvate provenga realmente dall’imperatore?" I membri del Senato risposero: "Tutto ciò che proviene dall’imperatore per noi sarà legge”. E Tiberio
affermò: “Bramano la schiavitù”.
Suppongo che il grande giornalista abbia detto le stesse cose quando le vittime di armi chimiche (fosforo bianco) erano i bambini di Falluja, Gaza e Beirut. O no?
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