Non
comprenderò mai per quale motivo per prendere delle decisioni molto importanti
dei parlamentari debbano riunirsi di notte e non alle nove del mattino, quasi
che durante il giorno avessero chissà quali incombenze da sbrigare (*).
Il
sen. Silvio Berlusconi, senza aver letto Clausewitz, si comporta istintivamente
secondo il dettato dello stratega prussiano, ossia aumentando la complessità del
suo caso per generare attrito. I suoi legali sanno, per aver frequentato i
tribunali, e i suoi consiglieri pure, per aver frequentato il parlamento, che
più dura l’attrito e maggiori diventano – per i motivi che un altro noto
stratega ha definito il paradosso degli opposti – le probabilità di successo o
di raggiungere una posizione più vantaggiosa nell’attuale querelle.
Già
si parla di rinvio del voto.
(*)
Il disbrigo di faccende burocratiche è chiamato “incombenza”, come se
l’affaccendarsi tra le scartoffie fosse inteso come una calamità. La semplice
trasmissione di un documento, di un foglio di carta, avviene “per gli ulteriori
incombenti di competenza”, come si trattasse di trasferire gli effetti di un
castigo divino da un ufficio a un altro.
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