venerdì 5 agosto 2011

Che anni, c’era ancora il futuro



È difficile sbarazzarsi di un mondo senza togliere di mezzo il suo linguaggio che lo nasconde e lo garantisce. Il solito linguaggio che mi riporta l’immagine indelebile ed eloquente di Tremonti ad Annozero, con il pennarello in mano e quell’aria di consapevolezza in più dei geni incompresi. Spiegava al popolo televisivo, con tranquillo sprezzo, le cause presunte della crisi, cioè quelle ammesse dal senso comune borghese. Senza fare accenno, ovviamente, che una delle cause della crisi italiana porta il suo nome e quello dei suoi sodali di governo, Berlusconi in testa.

Di quest’ultimo si è detto quasi tutto: l’accecamento grossolano e vanesio, l’entourage di ruffiani e mantenute, una vita sul bluff, come quella vissuta o sognata da tanti italiani. C’è chi lo vorrebbe morto ma non può, e chi potrebbe estinguerlo ma non decide ancora. Egli stesso è ben consapevole che se lascia ora, farà la fine di Craxi.

Con lui o senza di lui ormai sarà solo macelleria. Perché chi comanda, com’è ben evidente in questi giorni anche agli orbi, non è la politica, tantomeno quella nostrana. La politica è chiamata a fare il lavoro sporco in cambio di favori, patronage, gite in barca e in banca. È un fatto che l’economia del mondo dipenda anzitutto dalle decisioni dei grandi speculatori dei quali in genere non conosciamo il nome e men che meno il volto, ma sappiamo che hanno modi british, parlano poco e con un filo di voce.

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Lo spread tra btp italiani e bund tedeschi ha scalato quota 400, come facilmente previsto. Poi è tornato sotto riga, grazie all’acquisto (buy-back) da parte della Bce dei nostri pezzi di carta. Nei prossimi giorni, c’è da scommetterci, tornerà su. Soprattutto dopo l’inconcludenza delle ultime dichiarazioni della coppia comica di cui sopra.

1 commento:

  1. Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
    (Henry Ford)

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