No c’è solo il tonfo delle borse, a prestare orecchio ci sono anche le proteste sociali più imponenti della storia d’Israele contro il “libero mercato”, il carovita, il costo degli alloggi e la disoccupazione giovanile. Protestano gli israeliani ma anche i palestinesi e i drusi. Ieri la borsa ha perso il 7 per cento, segno che ovunque regni il capitalismo è la stessa storia. Anche i medici sono in agitazione da mesi. Uno dei leader dei manifestanti ha detto: «Non chiediamo di cambiare il governo, ma di cambiare il sistema». In Italia invece ci s’illude ancora sui governi di “sinistra” o “tecnici” che dovrebbero fare meglio di quello attuale. Fare meglio cosa?
C'è il pericolo molto concreto che il governo Netanyahu farà ricorso alla sua solita tattica di lanciare una provocazione contro i palestinesi o gli stati arabi vicini per deviare l’attenzione dalla crescente inquietudine sociale. Le cosiddette forze di sicurezza hanno recentemente lanciato un raid provocatorio su Gaza, uccidendo almeno due persone, e arrestandone altre in Cisgiordania, aumentando ovviamente le tensioni nella regione. La solita politica sciovinista del divide et impera.
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Buone notizie anche da Londra e da altre città dell’Inghilterra, ma si tratta tuttavia di una rivolta sociale fin troppo spontanea e delimitata negli obiettivi e senza un programma. Senza organizzazione politica alla fine resterà una sterile protesta etnica che darà pretesti solo per inasprire la repressione. La distruzione dei centri commerciali è un’ovvia rivolta contro la merce e la sua gerarchia da parte di giovani senza avvenire e che non possono credere alle fandonie sulla promozione e integrazione sociale. Essi dimostrano così di prendere sul serio la propaganda del capitalismo, la sua pubblicità dell’abbondanza rifiutandone però il valore di scambio. È una risposta naturale e istintiva, però non basta. Essa è frutto della separazione e della spontaneità, ma non va a incidere al cuore del problema lasciando inalterati i rapporti di forza, e soprattutto lasciando il monopolio della violenza armata alla polizia e la libertà ai centri di potere di continuare la gestione dei propri interessi. L’unico vero crollo credibile della borsa di Londra e delle altre capitali della truffa sarebbe dato dall’alienazione del controllo delle loro linee di comunicazione. È un obiettivo possibile, il sistema è molto vulnerabile ma è necessaria organizzazione, pianificazione e coordinamento. La linfa di questo sistema è il denaro, se ne fermi la circolazione, esso muore.
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