mercoledì 18 agosto 2021

Due più due in mandarino

 

Lunedì l’indice principale di Wall Street, l’S&P 500, ha raggiunto un livello doppio rispetto al minimo di marzo 2020 nonostante la debacle in Afghanistan, il forte calo della fiducia dei consumatori, il rallentamento della crescita in Cina e l’impatto della variante Delta.

Martedì i mercati sono scesi con l’S&P 500 che ha avuto il suo peggior giorno del mese, scendendo dello 0,7 percento e il Dow in calo di 500 punti in una seduta, sulla scia dei dati che hanno mostrato un calo dell’1,1 percento delle vendite al dettaglio a luglio rispetto a giugno.

Tuttavia con il denaro che continua a riversarsi nel sistema finanziario dalla Fed, il sentimento generale dice che l’impennata di Wall Street continuerà, nonostante il Michigan Consumer Sentiment Index sia sceso del 13,5% da luglio ad agosto, ossia di una percentuale superiore ad aprile 2020, quando ha registrato un calo del 19,4 per cento, e dell’ottobre 2008, durante la crisi finanziaria globale, quando scese del 18,1 percento.

Le politiche economiche dell’amministrazione Biden paiono andare allo stesso modo della situazione in Afghanistan.

La dipendenza di Wall Street dal flusso di denaro a buon mercato della Fed (e la montagna di debiti) fa sì che qualsiasi mossa per frenarlo al fine di contrastare l’inflazione scatenerà turbolenze finanziarie.

Nel 2018, quando il presidente della Fed, Powell, aveva fatto riferimento a ulteriori aumenti dei tassi nel 2019 dopo quattro rialzi nei 12 mesi precedenti, Wall Street rispose con un calo significativo, registrando il peggior dicembre dalla Depressione.

Ci aspetta un autunno-inverno molto interessante.

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Cattive notizie anche dalla Cina: secondo i dati diffusi lunedì dal National Bureau of Statistics, l’economia ha rallentato a luglio più del previsto. Si chiamano in causa le infezioni del Delta e le inondazioni in alcune parti del paese. Gli ultimi dati sull’export a luglio hanno registrato una crescita del 19% rispetto al 32% di giugno.

Se ci sarà un rallentamento nel resto del mondo, questo avrà pesanti ripercussioni anche sulla Cina.

A proposito della Cina, tale Zhong Shanshan pare sia l’uomo più ricco del Paese. Presiede Nongfu Spring, una società di acqua in bottiglia, e controlla anche la Beijing Wantai Biological Pharmacy. Contende questo primato al più noto Ma Huateng, CEO di Tencent Holdings, il colosso cinese di Internet, di cui la popolare app di messaggistica di Tencent WeChat ha più di un miliardo di utenti.

Jack Ma, fondatore di Alibaba Group, è un altro multimiliardario cinese, che attraverso il colosso Alibaba controlla Ant Group, che possiede la più grande piattaforma di pagamento digitale della Cina.

Nel 2020, Alibaba, Tencent e Ant hanno avuto una capitalizzazione di mercato combinata di quasi 2.000 miliardi di dollari, di gran lunga superiore a quella delle banche statali cinesi come la Industrial & Commercial Bank of China.

Da novembre scorso, il regime cinese ha adottato diverse misure per limitare le operazioni di alcune delle più grandi aziende tecnologiche private del paese, come Alibaba e Tencent. La scorsa settimana, il Consiglio di Stato cinese e il Comitato centrale del Partito comunista cinese hanno rilasciato una dichiarazione politica congiunta chiedendo una legislazione urgente per regolare l’economia digitale e la finanza su Internet per garantire che “nuovi modelli di business si sviluppassero in modo sano”.

L’anno scorso, il premier cinese Li Keqiang aveva dichiarato in una conferenza stampa che esistono circa 600 milioni di cinesi con un reddito mensile di appena 1.000 yuan (154 dollari), che non è sufficiente per affittare una casa in una città di medie dimensioni, figuriamoci per coprire altre spese.

Pare che due più due faccia quattro anche per quei 600 milioni di cinesi, che potrebbero incazzarsi e creare qualche problema interno. Insomma, si tratta di salvare le apparenze. 

1 commento:

  1. Sembra che anche in Italia non se la passino male: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/08/18/eba-in-italia-241-manager-milionari-nel-sistema-bancario-_1ffb7144-81a2-4216-942e-62521f1874b8.html

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