domenica 8 settembre 2019

L'indomabile ruolo del caso





L’odierno numero del Domenicale è corposo ed interessante. Vi si trova una recensione di Salvatore Settis dedicata a sei saggi di Ernst H. Gombrich finora inediti in italiano. Dall’arte si passa alla genetica con un articolo di Lucio Luzzatto dal titolo Il senso della genomica. L’articolo si chiude con una considerazione che mi sento di condividere: “Chiunque oggi può ottenere da un laboratorio di biotecnologia la sequenza del proprio DNA, corredata da stime probabilistiche delle malattie che potrebbe avere nel presente o nel futuro. […] dal punto di vista medico per ora non lo consiglio a nessuno, perché in quella sequenza non figurano fattori ambientali di gran peso, e tanto meno il ruolo indomabile del caso”.

C’è un articolo sulla crisi dell’antropocentrismo, di Leonardo Caffo, il quale tra l’altro dice che non sta finendo il mondo, ma questo tipo di mondo. E questo, soggiungo, è già accaduto parecchie volte, anche in modo radicale e catastrofico, ma mai come sta avvenendo nel nostro tempo. Sostiene Caffo, sulla scorta della scuola di Francoforte, che “il concetto di umanità attraverso cui ci siamo pensati è semplicemente sbagliato, finito, convenzionale in modo ingiustificato”. Sarà, ma non mi ci vedo a “descrivere il reale nel senso di Martin Heidegger”.

In prima pagina apre questo numero del Domenicale un articolo di Luigi Mascilli Migliorini, uno dei maggiori storici a livello internazionale dell’epopea napoleonica (sua anche una preziosa biografia di Metternich). Si tratta della recensione al libro di Terry Crowdy, Marengo 1800, LEG edizioni, Gorizia. Il titolo originale è semplicemente Marengo, essendo superflua la precisazione della data in cui avvenne l’unica battaglia combattuta in quel luogo divenuto celebre.

L’articolo di Luigi Mascilli Migliorini è godibile ma non  dice nulla di nuovo su quanto accadde a Marengo (seconda coalizione antinapoleonica) e accenna incidentalmente al personaggio che dà il titolo alla recensione stessa, Napoleone e la spia: doppio gioco a Marengo, vale a dire il torinese Carlo Gioelli, un doppio agente responsabile della molta confusione che caratterizzò il giorno della battaglia, rendendo impossibile ai vari comandanti qualunque previsione sul suo sviluppo. L'indomabile ruolo del caso!

Chi possieda uno o più scaffali delicati all’epopea napoleonica non può farsi mancare il libro di Terry Crowdy. Un lavoro poderoso e meticolosissimo, ricco di mappe esplicative, basato su fonti di primissima mano, come del resto si evince dalle note a piè di pagina e dalla Nota dell’autore sulle fonti (pp. 325-332). Vi sono dettagliati anche gli ordini di battaglia dei due schieramenti, con i comandanti, le unità, la rispettiva forza suddivisa per le varie armi (pp. 320-24). In appendice al volume illustrazioni in nero e a colori. Si legge davvero come un avvincente romanzo.

3 commenti:

  1. Sui fattori ambientali ci siamo,sul ruolo indomabile del "caso"anche , se non fosse perché statisticamente parlando,in parte è "domabile "percentualmente essendo bombardati quotidianamente da una infinità di microparticelle.
    o saremmo diventati già tutti dei mutanti?

    Su Napoleone corro a comprare il libro,per comprendere quanta "confusione" vi fu e quanto il "genio programmatore " del Corso abbia compensato in partenza le bizzarrie del "caso".

    caino

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  2. Impossibile sottrarsi ai tuoi consigli bibliografici. Macché consigli. Ordini.

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    1. guarda, si legge veramente come un romanzo. l'ho letto in tre giorni, cosa per me inusuale.

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