martedì 16 gennaio 2018

Cazzo!



È comune l’uso di parole quali “cazzo”, “coglioni” e simili, e non dico che tale uso sia come l’uvetta nel panettone, basta non diventi come nugolo di mosche su una merda, ossia turpiloquio insistito, ossessivo, stereotipato, intercalare alla cazzo di cane (tanto per restare in tema), come nell’uso che ne fa Francesco Krauspenhaar in questa sua intervista (prima puntata).

Francesco è uno di quelli che si vantano di fare letteratura e “non di scrivere semplicemente libri”. Tuttavia soggiunge di essersi “rotto i coglioni della letteratura”, precisando subito che egli ama la letteratura, ma gli dà nausea l’ambiente. Perciò l’espressione gli è servita solo per il titolo dell’intervista, anche perché è difficile credere che, avendo pubblicato una ventina di titoli, egli in qualche modo non sgoccioli dentro quello stesso ambiente, pur nella maschera del bastian contrario.

Dice che “Le contraddizioni fanno parte della vita di uno scrittore”. Si dà arie lo scrittore: le contraddizioni fanno parte della vita di ognuno, fosse pure il Papa. Che possa piacere il sapore del latte ma non l’odore della stalla è normale. E poi dir male di sé è facile, ma solo gli altri possono veramente far male e non si arriva mai alla stessa perfezione.

“Dimmene uno che ti sta sul cazzo?” gli chiede con garbo l’intervistatore. “Guarda, uno che mi sta sul cazzo è Lagioia”, risponde. E perché? “Non mi piace come scrive, non mi piace la sua faccia, non mi piace quello che è, non mi piace il potere che rappresenta”. Nicola Lagioia, quel poveretto che farfuglia dalle 9 alle 9,30 su radiotre! È come prendersela con l’ultima ruota dell’ultimissimo carro.

Lui, Francesco, non segue la porca prebenda: “non lotto per il potere, ma per la libertà d’espressione dei reietti come me”. Abbiamo un nuovo cavaliere errante, il nostro Limonov.

Un tipo che quando sente parlare di “coerenza” mette “mano alla pistola, cazzo!”. Come Goebbels a riguardo della “cultura”. Francesco sostiene di non essere fascista, e che peraltro il fascismo ha avuto fine nel 1945. Un topos delle buona destra.

“Come posso essere coerente io che oggi ho le palle girate, domani sono inaspettatamente euforico e il giorno seguente vorrei distruggere l’umano consesso?”. C’è ancora qualche motivo di odio che gli manca, ma è sicuro che esiste e non mancherà di raccontarcelo alla prossima puntata. Cazzo!

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