sabato 28 settembre 2013

Sansone e i pigmei


Muoia Sansone con tutti i filistei. Sansone è Lui e i filistei, vai a capire chi fossero effettivamente, siamo Noi.

Resipiscenza zero, si duole il presidente della repubblica a vita, il quale si è commosso alle lacrime in occasione della commemorazione di tale Luigi Spaventa, che fu uomo di Prodi, perciò probabilmente uno tra i tanti responsabili del disastro attuale. Sicuramente fu un galantuomo, tanto da meritare di essere fatto ministro di Ciampi, ossia dall’ex governatore della Bana d’Italia, poi ministro del tesoro, quindi premier, e infine presidente della repubblica. Se le cose poi sono giunte fin qui come sono, non possiamo avere alcun sospetto di una loro pur lieve responsabilità.

E ha figurato, Spaventa, anche nelle liste di quel partito che per farsi apporre il timbro atlantico di “legittimazione” ha dato mostra di essere più liberista di qualsiasi altro dell’occidente. Una scelta “strategica”, come s’è visto. E con quale coraggio, dopo aver fatto da palo per vent’anni, sia pure in nome e per conto del “superiore interesse” dei derubati, ora rinfacciano al furfante di Arcore di essere un brutto ceffo!

Tutto questo non è novità se sette secoli or sono qualcuno scriveva: Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!



Non tutto viene per nuocere, il condannato finalmente dovrà dedicarsi a una vita più contemplativa in una severa dimora di quaranta stanze nel centro di Roma con copiosa servitù. Gli mancherà di più la sua Corte di gentiluomini e soprattutto di nobildonne, tutti spiritosi e anche dotti, con i quali interloquire in latinorum.

Resta poi da vedere che cosa riuscirà a combinare quel partito di macerie e di merde che ancora oggi ci governa assieme al bandito medesimo per il tramite dei sullodati instancabili tirapiedi. Quell’accolta apparentemente eterogenea che qualcuno, un ex democristiano che non si dà pace, ha detto di non sapere ancora (ancora!!) se ha “svenduto l’Italia per inadeguatezza politica e culturale o per complicità remunerata”. Per l’una e l’altra ragione, lo sa bene. Tanto che rileva ciò che è risaputo, ossia di come “negli ultimi vent'anni parte rilevante della classe dirigente è stata sul libro paga di banche d'affari come la Goldman Sachs, molto spesso al centro d’indagini e di sanzioni internazionali”.

Si badi: al centro d’indagini e di sanzioni internazionali, non nazionali. Non c’è stata, e qui il Furfante ha ragione, occasione d’indagare sul grosso della refurtiva (tra l’altro i giochini sui derivati), poiché la magistratura nostrana è stata troppo occupata a incastrare sugli spiccioli il bandito numero uno. E del resto la magistratura non vive su Marte, e non si procede in carriera controvento col rischio poi di farsi male.

Quando le passioni un giorno saranno sedimentate, qualche dubbio che fosse Lui il fuorilegge numero uno, ci verrà. E posto che spetti al suo palmares la coppa del più gran farabutto, tuttavia non ha agito da solo, altrimenti non si spiegherebbe quanto sopra: i nomi nei libri paga di banche d'affari (non solo nei libri paga, pure in altri organigrammi, legali e no) e la straordinaria longevità del bandito stesso. A chi ha fatto da paravento?

Il disegno della borghesia europea è di favorire la costruzione di una destra “presentabile”, che non vuol dire effettivamente decente. Per farlo ha bisogno di sbarazzarsi del bandito (perciò è stato dato a Napolitano l’altolà), e poi trovare un sostituto. E forse l’hanno già trovato. Un uomo di paglia, meglio se non troppo intelligente, si trova sempre. La nuova destra esiste già nel friabile centrosinistra e perciò, se non si troveranno accomodamenti, nascerà da una scissione. I resti di quel che fu il Pci diventeranno una delle tante minoranze “culturali”? Tema appassionante questo, quanto indovinare al gioco delle tre carte. Il punto fondamentale e grave resta un altro, e ci dovrebbe appassionare un po’ di più. Però non insisto.


P.S.: intanto Bergolio se la ride, non paga l’Imu.  

5 commenti:

  1. La borghesia italiana è la principale responsabile dell'ascesa e del perdurare del grande farabutto.
    E fa specie che, per es., nelle parole di quel capitalista di Barilla, faccian più scandalo le parole sui gay che quelle riferite al puzzone coma ancora presentabile campione della famiglia italiana.
    In che mani, povera porca Italia, in che mani...

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    1. Sì, borghesia italiana è la principale responsabile dell'ascesa e del perdurare del grande farabutto, ma sono stati in tanti, prima, durante e dopo e sempre, ad avergli dato una mano. scorrerà il sangue? in un senso o nell'altro penso proprio di sì.

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  2. "Il punto fondamentale e grave resta un altro, e ci dovrebbe appassionare un po’ di più. Però non insisto".

    Quale Olympe, qual è?

    Franco

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  3. E 200 anni dopo Dante, Guicciardini suggeriva a Machiavelli di non contare su un esercito di popolo, ma di utilizzare mercenari in quanto questa generazione è già rassegnata. “Non ha illusioni. Tutti gl'ideali scompariscono. Ogni vincolo religioso, morale, politico, che tiene insieme un popolo, è spezzato. Non rimane sulla scena del mondo che l'individuo. Ciascuno per sé, verso e contro tutti. Questo non è più corruzione, contro la quale si gridi: è saviezza, è dottrina predicata e inculcata, è l'arte della vita. E poichè non vede rimedio a quella corruttela, vi si avvolge egli pure, e ne fa la sua saviezza e la sua aureola. I suoi Ricordi sono la corruttela italiana codificata e innalzata a regola della vita. Il PARTICULARE”.
    E 500 anni dopo Dante,Leopardi “piangi,che ben hai donde,Italia mia”.
    Un popolo di cui Pietro Giannone, nel Triregno( Del regno terreno, Del regno celeste, Del regno papale, pubblicato postumo nel 1895) dice che « ...non solo i corpi, ma, quel che è più, anche le anime, i cuori e gli spiriti de' sudditi si sottopose a' suoi piedi e strinse fra ceppi e catene. »
    E Platone, con riferimento universale,dice: “una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da esseri inferiori”.

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