giovedì 12 settembre 2013

L'inganno


Quando una persona afferma di essere “non credente da molti anni [ma] interessato e affascinato dalla predicazione di Gesù di Nazareth”, pone la questione nella forma di una menzogna. E oggi, in piena epoca d’istruzione di massa e di comunicazione diffusa, non ci sono vittime innocenti dell’inganno di questo tipo. Oggi l’ignoranza non assolve, e nemmeno attenua le responsabilità, così come non è possibile che la vittima dell’inganno non sia in qualche modo complice.

La vittima, per dirla con una metafora, diventa veicolo del parassita, e poco importa il movente segreto dell’inganno e dell’autoinganno.

Se poi tale persona gode grande prestigio intellettuale e di una posizione sociale che gli permette di rivolgersi a centinaia di migliaia o milioni di persone, la sua affermazione non è più una semplice menzogna ma diventa una menzogna corruttrice.

Una persona di tale ascendente, non può non sapere che tale questione poggia in modo decisivo sull’aspetto storico, anche se poi si può discutere all’infinito – come in effetti avviene – se l’esistenza del cosiddetto Gesù di Nazareth è mera congettura o solida certezza.


Non si tratta di stabilire l’esistenza o meno di un oscuro filosofo dell’antichità, bensì dell’esistenza storica del fondatore di una religione mondiale materialmente e spiritualmente potentissima. A meno, appunto, che questa persona “affascinata” dal Gesù di Nazareth non intenda voler dar retta all’inganno e/o farsi ingannatrice essa stessa.

Non c’è peggior menzogna di una questione mal posta, e non basta “non credere” per definirsi laico, soprattutto quando si trattano certi argomenti presso il grande pubblico. Non può esservi compromesso su questo punto, perché non si tratta, ripeto, di accettare o respingere un’ipotesi, ma di porre falsamente una questione che ha avuto per secoli e continua ad avere un rilievo essenziale sul piano di determinazioni sociali rilevantissime.

Una volta posta la pietra d’angolo, sia pure con tutti i benefici d’inventario, ossia l’esistenza storica di Gesù di Nazareth, sarà facile per un teologo o un qualsiasi prete – ed è un fatto – costruire edifici di fede “che si richiama[no] alla predicazione e alla figura di Gesù”.


Senza, peraltro, considerare che la Chiesa cattolica – alla maniera di Stalin nei riguardi del gruppo dirigente bolscevico originario –, non solo non esitò a sterminare l’eresia "greca" per stabilire la propria ortodossia, ma tutte le voci del cristianesimo che negassero in qualunque modo la realtà umana e dunque storica del Gesù di Nazareth. È questo, soprattutto oggi, il punto essenziale per la Chiesa, l’amo cui infilzare l’esca della speranza.

4 commenti:

  1. Forse il problema è che pur basandosi in linea di principio sulla 'fede' (ormai sostituita forse dalla 'credulonità'), la Chiesa pretende una legittimazione scientifica della credenza stessa. Mi spiego: che senso ha pretendere una conferma della storicità di Gesù, per la Chiesa, quando la sola cosa che dovrebbe importarle è il suo messaggio di 'Verità'?

    Insomma, dice il filosofo Zizek che la 'credenza' ormai non appartiene nè al fodamentalista religioso nè al cinico scettico liberale, che hanno perso tale capacità e la confondono con la 'conoscenza positiva'.

    O sempre per citare un altro filosofo, Sini, si può dire che ormai noi non siamo più 'inseriti' in quelle 'pratiche di vita' che erano dei nostri antenati: insomma, non possiamo più sperimentare la vera fede, la vera credenza...noi siamo immersi nelle pratiche della scienza, e dunque tutto ciò che è scientifico è di per sè legittimato..

    Certo si potrebbe ribattere che senza il corpo morto di Gesù che si sacrifica (e senza dunque la sua resurrezione), senza dunque un corpo 'reale' di una persona 'realmente vissuta', la teologia cattolica non potrebbe avanzare pretese....eppure è risaputo che la simbologia di Cristo, compresa la sua resurrezione, risale ad archetipi precedenti che le culture 'pagane' non avevano bisogno di riferire a qualcosa di 'storicamente esistito', e mi pare che le prime dispute non vertessero sulla storicità ma sulla 'natura' di Gesù....

    Quindi credo che sia soprattutto un problema soprattutto dell'epoca moderna, con lo sviluppo delle sceinze esatte tra cui la storiografia...

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    1. nessun storico serio prende in considerazione una simile ipotesi. non ritengo di doverla fare lunga, la bibliografia è monumentale, soprattutto in lingua tedesca e francese (quasi del tutto ignorata in questo disgraziato paese). credo che dobbiamo considerare la chiesa per ciò che è: una multinazionale che difende il suo prodotto, non molto diversa dalla Heinz.


      p.s. : conosco molto bene Zizek, e anche gli innamoramenti per lui da parte de il manifesto (quotidiano che io sostengo nonostante tutto) et altri. a me non piace. ciò non significa che all'occasione non dica cose che poso condividere.

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  2. C’è il Vaticano dietro il più grosso produttore d’armi italiano.

    http://www.signoraggio.it/ce-il-vaticano-dietro-il-piu-grosso-produttore-darmi-italiano/

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  3. Io non credo da tanto tempo ma sono affascinato dalla figura di Gesù, sono anni e anni che l'ammiro e lo studio guardando spesso dvd Brian di Nazareth, fa capire tante cose!

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