sabato 28 giugno 2025

Troppo tardi

Oltre il limite

Da una trentina d’anni è diventato una residenza per gente (molto) benestante. Dunque, posso vederlo solo dallesterno, però lo immagino nella sua aurea originale, quella di un albergo assai noto a cavallo tra due secoli. Tappa quasi obbligata per i viaggiatori asburgici che si recavano (o in rientro) sul Garda e a Venezia. Mi pare di ricordare che vi prese alloggio anche il dott. S. Freud (non ho qui con me le carte per asserirlo con certezza).

Poi venne la guerra, quella “grande”, seguita dal crepuscolo previsto e annunciato. Svanita l’atmosfera amica, la confortevole libertà di ogni cosa (per chi se la poteva concedere, ovviamente), le stanze del prestigioso albergo rimasero vuote e silenziose. Non s’udivano più le voci concitate delle baronesse boeme, né le imperiose degli ufficiali in missione, quelli che squartavano il nemico con estrema calma. D’un tratto, con la sconfitta e l’abdicazione, la moneta divenuta carta straccia, tramontò un’epoca e scomparve un mondo che sembrava inestinguibile. Venne ad affermarsi una realtà nella quale il vecchio ceto aristocratico e quello alto borghese si trovarono senza più nulla dopo aver goduto di tutto.

Accadrà ancora e ancora, possiamo scommetterci. E poi, che cosa resterà? Un medioevo bionico e riso alla cantonese?! La storia è sì storia di lotte, ma anzitutto tra popoli e razze (vedi, da ultimo, l’attualità). Lotta tra ceti dominanti, gente sanguinaria ma con gli occhi limpidi. Le plebi sono sempre e solo personale di servizio. Quanto alla democrazia, quella attuale è una pallida imitazione applicata ai bisogni della società imborghesita.

Un giorno del 1920, durante la guerra civile, su un treno in viaggio tra Mosca e la Siberia, un ex ufficiale di marina dello zar lesse L’ABC del Comunismo, un manuale introduttivo al comunismo scritto da Bucharin (fucilato nel 1938 per ordine di Stalin) e Preobrazenskij (stesso destino l’anno precedente). Parlando con i soldati rossi, l’ex ufficiale fu colpito dall’abisso che separava i nobili obiettivi dei leader della rivoluzione dalle motivazioni dei soldati. Questi uomini non sapevano nulla della teoria marxista, non ne erano interessati e non si curavano affatto di come sarebbe stata la nuova società russa. Solo una cosa motivava le loro azioni: il desiderio di distruggere il vecchio ordine.

Chi vede in tutto ciò (e in quello che scrivo) una contraddizione, ha ragione. Ciò non toglie sia uno sciocco chi guardi solo l’aspetto contraddittorio del racconto. Pukin, Gogol’, Turgenev, Tolstoj, Dostoevskij, aleggiavano sulle ceneri e sui cadaveri del mondo che avevano abitato. I loro fantasmi perseguitarono la classe dominante precipitata nel vulcano di cui preparavano l’eruzione. I più intelligenti l’avevano prevista; i più sensibili l’avevano giustificata. Tutti piansero sulla loro incoscienza. Troppo tardi. 

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