In questi tempi, in cui la realtà sembra ovunque sotto attacco, la concezione ipocrita della verità sembra essere condivisa da molti. I difensori della realtà che cercano di arginare il torrente di disinformazione che si riversa su tutti noi spesso commettono l’errore di desiderare un’età dell’oro in cui la verità fosse indiscussa e universalmente accettata. Affermano che questo è ciò di cui abbiamo bisogno, tornare ai bei tempi. La verità è che la verità è sempre stata un’idea controversa.
Il passato è costantemente rivisitato secondo gli atteggiamenti del presente. Lo sarà anche il nostro presente quando diventerà storia. C’è, tuttavia, del vero nell’idea che nel XX secolo esistesse un consenso diffuso sulla natura della realtà. In generale, condividevamo la stessa concezione della natura della realtà, e il racconto storico, di ciò che era stato, era costruito su questa base. Questo consenso si basava anche su una serie di esclusioni, ma non è questo il punto.
Verso la fine del secolo scorso, sotto la pressione di enormi cambiamenti geopolitici e sociali, la concezione della realtà ha cominciato ad apparire falsificata. Si è creata così un nuovo tipo di realtà. Credo che l’influenza nel discorso pubblico di voci sempre più diverse sia stata una buona cosa, che abbia arricchito e aperto la nostra comprensione del mondo a una maggiore complessità, a una moltitudine di realtà. E però in questa nuova realtà, diventata multidimensionale, fratturata e frammentata, coesistono informazioni importanti e le più palesi sciocchezze, apparentemente con lo stesso grado di autorità.
Il bombardamento di uno Stato sovrano con centinaia di morti civili; a fianco la notizia che ci rivela che il Papa ha preso un caffè a Bruxelles. Una vertigine epistemologica: intorno alla manipolazione dei fatti c’è battaglia, e se diventiamo increduli per prudenza, si corre il rischio di una sordità infame. L’eccesso di menzogna ha reso incredibile l’eccesso di verità, banalizzando il nostro rapporto con la realtà. Quaranta o cinquanta mila morti, un milione, per ora, sono solo numeri. La nostra epoca ha deciso che la realtà di cui ha bisogno per i propri affari deve essere dissanguata.