martedì 8 giugno 2021

Le elezioni in Sassonia-Anhalt e il fallimento della sinistra liberale

 

Le elezioni di domenica in Sassonia-Anhalt (ex DDR), sono considerate un banco di prova per le elezioni federali del 26 settembre prossimo e le elezioni statali a Berlino, Meclemburgo- Pomerania occidentale e Turingia che si svolgeranno contemporaneamente.

L’affluenza alle urne è stata quasi la stessa di cinque anni fa, poco più del 60 per cento. I risultati elettorali hanno richiamato l’attenzione sul fallimento dei partiti che si definiscono “di sinistra”. Il Partito della Sinistra (Linke), il Partito Socialdemocratico (SPD) e i Verdi (Grünen) insieme hanno ricevuto solo un quarto dei voti. In un länder deindustrializzato caratterizzato da alti livelli di emigrazione e disoccupazione e bassi standard di vita, questi partiti hanno lasciato campo libero all’Unione Cristiano Democratica (CDU) e all’estrema destra Alternativa per la Germania (AfD).

La CDU ha ottenuto un inaspettato 37,1% dei voti (+7,4 punti percentuali e più 10 seggi). L’opposizione, Alternativa per la Germania, smentendo i sondaggi che la davano in crescita, ha avuto il 20,8%, con un calo di 3,4 punti percentuali e un seggio in meno. La Sinistra e l’SPD hanno subito i peggiori risultati di sempre nel länder, rispettivamente l’11,0% (-4 seggi) e l’8,4% (-2 seggi). Il Partito Liberale Democratico (FDP), che per poco non era riuscito a rientrare nel Landtag nel 2016 (soglia 5%), ha ottenuto il 6,4% dei voti e 7 seggi. I Verdi hanno chiuso con un 5,9% (+1 seggio), solo un leggero miglioramento (+0,8) rispetto al risultato precedente.

L’AfD ha perso 3,5 punti ma rimane il secondo partito. Sebbene sia dominato dall’ala populista e nazionalista (völkisch Flügel) e si presenti con slogan fascisti, un elettore su cinque ha votato per questa organizzazione di estrema destra. Cinque anni fa l’AfD aveva condotto una campagna anti-immigrati, questa volta ha anche affrontato questioni come le pensioni e la salute, dando voce ai negazionisti del coronavirus (hanno pure un loro partito: DieBasis, con l’1,5 per cento).

La netta vittoria elettorale della CDU è da attribuire soprattutto al ministro-presidente Reiner Haseloff, che ha adottato in larga misura il programma elettorale dell’AfD, assicurando allo stesso tempo l’elettorato moderato che non ci sarebbe mai stata una coalizione di governo con l’AfD. Il partito di sinistra ha perso il 10 per cento e l’SPD il 18 dei propri elettori a favore della CDU.

Negli anni 1990, l’SPD fu il partito più forte in Sassonia-Anhalt. Nel 1998 ottenne il suo miglior risultato elettorale, con il 35,9 per cento dei voti. Dal 1994 al 2002, il primo ministro Reinhard Höppner ha guidato un governo di minoranza SPD sostenuto dal predecessore del partito di sinistra (Linke), ossia il Partito del socialismo democratico (PDS). Sotto il cosiddetto “modello di Magdeburgo”, il PDS partecipò per la prima volta a un governo statale.

Dopo otto anni di modello Magdeburgo, il länder aveva il tasso di disoccupazione più alto del paese, 21,4 per cento. Di una delle più grandi aree industriali della Germania non è rimasto quasi nulla. Grandi stabilimenti chimici a Bitterfeld, Halle e Leuna, impianti di ingegneria meccanica a Magdeburgo e miniere di rame a Mansfelder Land sono stati chiusi. Anche le strutture per i giovani e il tempo libero, quelle sportive e le istituzioni educative, sono state chiuse in gran parte e i budget per asili nido e doposcuola sono stati tagliati di un terzo.

Nel 2002, la SPD ha perso quasi un terzo dei voti e, con un drastico calo dell’affluenza alle urne, ha ottenuto solo il 20%. Oggi, con appena l’8,4 per cento, ha ottenuto il peggior risultato della sua storia. Il PDS/Partito di sinistra è riuscito a resistere ancora per qualche anno. Nel 2006 è addirittura diventato il secondo partito più forte della Sassonia-Anhalt con il 24,1% dei voti. Così come in Italia e altrove in Europa, le politiche liberiste hanno portato al disastro sociale. Con l’11% dei voti, la Linke ha registrato il suo peggior risultato elettorale dalla fondazione dello stato federale dopo la riunificazione tedesca nel 1990.

Anche i Verdi puntavano su migliori aspettative elettorali, e sebbene abbiano aumentato la loro quota di voti dello 0,8 per cento, con appena il 5,9 sono rimasti molto indietro rispetto alle previsioni.

Il Partito della Sinistra, SPD e Verdi hanno ottenuto i risultati migliori nelle aree urbane a più alto reddito, dove l’affluenza è stata superiore alla media, mentre hanno subito rovesci nelle aree più povere e in quelle rurali. Insomma, paese che vai, il canovaccio elettorale è molto simile per la sinistra senza popolo. Non diversamente di quanto accadde nella crisi degli anni 1930. Con la differenza che i partiti “moderati” di centro tengono ancora botta, grazie all’enorme quantità di nuovo debito pubblico col quale si affronta la crisi di sistema.


3 commenti:

  1. non conosco la politica in Germania,
    ma ho il sospetto che possiamo pensarla con questa immagine:
    il fascino discreto dei soldi: Ma abbiamo una ba(r)ca?

    sono solo battute, perdonami Olympe

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  2. La Sassonia fa testo fino a un certo punto, essendo un Land che apparteneva alla DDR. Ma penso che ormai si possano estendere a tutta l'Europa certe linee di tendenza. I partiti di sinistra sono affetti da una piaga che avvicinerei alla demenza senile (non a caso il loro elettorato è quello con l'età media più avanzata). Cerco di non dilungarmi: Togliatti, Marchais, Carrillo forse non erano personaggi molto simpatici, però avevano bene in zucca la separazione fra struttura e sovrastruttura. Possiamo dire lo stesso di un Enrico Letta? Uno che vuole fare un partito radicale di massa? E se varchiamo il confine d'Italia, che sinistre troviamo? Probabilmente gente impegnata a limitare le evacuazioni delle vacche, che provocano aumento del CO2. Stipsi: ecco la strategia.

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