venerdì 15 marzo 2019

Cari ragazzi


Non se ne può più di sentire parlare di "sviluppo sostenibile". Sviluppo non è un termine neutro,  in economia afferisce  sempre a un dato modo di produrre, nel caso specifico al modo di produzione capitalistico. Parlare di sviluppo sostenibile costituisce una contraddizione in termini. Qualunque investimento di capitale ha come obiettivo precipuo e assoluto il profitto, non quello della salvaguardia della natura o la tutela dei lavoratori. A ciò debbono provvedere le leggi. In una società di classe, dove prevalgono gli interessi economici più forti, le leggi non sono altro che l'espressione dei rapporti di forza tra le parti in causa. Dunque è giusto e opportuno battersi su questo fronte, ma bisogna aver presente che parlare di sviluppo sostenibile è fuorviante e alla fin fine fa il gioco di questo sistema che in alcun modo è sostenibile e messo in discussione dalle crociate sullo "sviluppo sostenibile" ampiamente coperte dai media.

4 commenti:

  1. ehehe, dall'alto , o dal basso del mio sarcasmo, sviluppo sostenibile vuol dire che tu , disonesto lavoratore, devi iniziare ad accontentarti: t'eran piaciuti la vacanza all'estero , la casa la macchina e il motorino: e mo' nun ce so piu', e peggio, sentiti pure in colpa per desiderarle tutte queste cose.
    Ma ti troviamo comunque una soluzione, che siam magnanimi: la macchina te la diamo in car-sharing e per farti un favore te la facciamo pagare come se l'avessi comprata tutta tu...e così via.
    vedremo...

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  2. Segnalo a tal proposito

    https://sebastianoisaia.wordpress.com/2019/03/12/lettera-di-un-anticapitalista-a-greta-thunberg/

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    1. mi è arrivata la mail ma non ho ancora fatto a tempo a leggerlo. nel frattempo ho scarabocchiato qualcosa anch'io, perciò la mia curiosità aumenta. vado a leggerlo. ciao

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    2. ho letto il post di Sebastiano. su un punto, peraltro secondario, non sono d'accordo, ossia laddove scrive: "la prassi economica che devasta tanto l’ambiente naturale quanto quello sociale non deriva né dalla cattiva volontà dei decisori politici posti al servizio dello status quo sociale". Vero che il capitale segue le sue leggi, ma non possiamo esimere da responsabilità le classi sociali che lo incarnano materialmente e fanno patire, per il loro tramite, gran parte dell'umano consesso. Sarebbe un po' come assolvere gli schiavisti americani poiché essi obbedivano alla cieca necessità economica quali latifondisti.

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