“Già il solo
prendere atto di un proprio limite è il modo per superarlo, per cui anche il
solo intuire che la sensazione di opposizione è falsa, è già un primo passo
verso il pensiero dialettico.”
*
Tale Gabriele Annichiarico ha scritto un articolo sul
Manifesto, in prima pagina, sul tema
delle manifestazioni di ieri “in difesa del clima” (sic!). Nell’articolo non è
mai citata la parola capitalismo. Per un giornale che si definisce, suo malgrado
(?), come “quotidiano comunista”, questo fatto la dice lunga sullo stato
dell’arte.
La “difesa del clima” è oggi di moda, esattamente
come la rivoluzione molti anni or sono in alcuni salotti della media e alta borghesia. Infatti, il problema del degrado della totalità
dell’ambiente naturale e umano ha già completamente cessato di porsi sul piano
delle reali e irriducibili cause economiche che fanno capo al modo di
produzione capitalistico. Non deve destare dunque alcuna meraviglia che esso
venga fatto proprio e stravolto dall’ideologia borghese e rappresentato nello spettacolo
mediatico come chiacchiera avvilente, erronea e mistificatoria.
La nostra epoca possiede ogni mezzo tecnico per
alterare in modo permanente e assoluto le condizioni di vita sul pianeta, ma è
anche l’epoca che dispone di tutti i mezzi di controllo e di previsione
matematicamente certi per misurare con esattezza e in anticipo dove conduce la
crescita incontrollata delle forze produttive di una società di classe
alienata. Tutto il resto è presa per il culo. Salvo eccezioni che non fanno
testo, non c’è un solo abitante della fascia dei tropici che non vorrebbe il
nostro stesso standard di vita e di consumi, così come non c’è un solo europeo
che farebbe cambio con lo standard di vita medio dei tropici.
Gli appelli di Greta Thunberg potranno diventare
volontà reale solo: 1) se si prenderà atto che la politica, la scienza e la
tecnologia non possono offrire soluzioni stabili ai problemi dell’inquinamento,
sfruttamento e distruzione delle risorse naturali, poiché politica, scienza e
tecnologia sono ambiti subalterni agli scopi del capitale; 2) se cesserà il
sentimento euforico per lo sviluppo delle forze produttive in senso
capitalistico, rilevando invece il nesso essenziale e causale che lega i rapporti di
produzione e di scambio capitalistici con quei problemi. Insomma, sarà del
tutto inutile manifestare nelle piazze se non si affronta dapprima il tema di
un progetto di trasformazione radicale del sistema produttivo attuale, avendo
ben chiaro che tale processo di trasformazione, per le forze in campo e per la
complessità dei problemi, non sarà né rapido e tantomeno pacifico.
Una sintesi impeccabile. Grazie.
RispondiEliminagrasie a lei, dotto'
Eliminaper Greta ecc la storia è la storia del progresso, cioè lo sviluppo storico si dà a patto si mantenga inalterato lo status quo sociale vigente (non delle forme politiche, non economico nelle forme giuridiche, ecc) cioè il preciso rapporto sociale fra le classi su cui si fonda, ritenuto così di ritorno legittimato ed eterno -almeno finchè performante
RispondiEliminala storia è invece la storia della lotta delle classi per assumere il potere di imporre nuovi rapporti all' altezza dello sviluppo sociale così raggiunto, veicolato del tutto all' interno del vecchio modo di produzione della ricchezza sociale
quel modo che per profitto sporca e deturpa e per profitto ripulisce e restaura
dicendo questo non voglio disdegnare nessuno, al contrario è ora che la lotta di classe si muova nella necessità di connotati anonimi, che il soggetto sia per così dire automatico, le sue rivendicazioni di fondo totali
ho in canna un nuovo post. domani, che di domenica è sconsigliata la concentrazione su letture più lunghe di trenta parole ...
Eliminail soggetto che muove in modo automatico va bene, ma se non ha chiare le cause e gli obiettivi mi può diventare qualsiasi cosa, e le sue "rivendicazioni di fondo totali" possono mutarsi in totalitarie, o sbaglio?
nel senso che non ha nulla di particolare da chiedere al capitale
Eliminascusa non voglio insistere ma a me pare che questi si rivolgano proprio ai rappresentanti politici dei grandi interessi, dunque siamo ben lontani dall'auspicata autonomia a meno che per autonomia non s'intenda quella dei gilet gialli (secondo me già ben infiltrati)
Eliminaper "questi" intendi gli ambientalisti?
RispondiEliminase la risposta è sì, non ho dubbi, e fin dai tempi dei grund tedeschi
la mia frasetta di sopra "connotati anonimi...ecc" suona un pò troppo vaga