Oggi
il corriere mi ha consegnato un plico con tre libri. I libri bisogna saperli
scegliere, e per farlo bene ci vuole competenza, come in tutte le cose, ma
anche fiuto e un po’ di fortuna. Tutti e tre i libri riguardano l’epopea
napoleonica, poiché in questo periodo sto insistendo su alcuni snodi chiave
della storia europea (in un presente nel quale i governi non riescono a
mettersi d’accordo nemmeno sull’ora legale!). La rivoluzione francese, il
bonapartismo e la cosiddetta restaurazione rappresentano per l’appunto dei momenti
fondamentali della nuova epoca, ove prevale la borghesia come classe dominante
e una mentalità originariamente progressista.
I
primi due libri: Gustav Seibt, Il poeta e
l’imperatore. La volta che Goethe incontrò Napoleone, Donzelli, 2009;
Guglielmo Adilardi, Napoleone Bonaparte,
il Concordato del 1801, Istituto di studi Lino Salvini, 2001. Forse non tutti sanno, ma si
tratta di una mera curiosità, che vi fu anche chi istituì il culto di San Napoleone,
tanto che il 6 novembre 1805, da Braunau (destino di un luogo!),
Napoleone ordinava di inviare al Ministro del Culto, Portalis (uno dei
protagonisti della grande codificazione voluta da Napoleone), la seguente
missiva: “L’Imperatore ha letto un rapporto nel quale Vostra Eccellenza propone
di approvare che uno degli altari della chiesa di Nizza venga dedicato San
Napoleone. Non v’ha dubbio che il desiderio dei canonici incaricati della cura
della suddetta cappella riesca gradito a Sua Maestà, ma l’Imperatore riterrebbe
sconveniente che la Sua autorità intervenisse direttamente in questo affare.
Ella può quindi considerare, nella fattispecie, più che sufficiente una
autorizzazione del Ministero del Culto, senza alcuna controindicazione a
riguardo, da parte di Sua Maestà”. Il culto di San Napoleone sostituì
addirittura la festa dell’Assunta.
Il
terzo libro è davvero curioso per la sua struttura: Gherardo Casaglia, Una zattera per l’Europa. Alessandro e
Napoleone a Tilsit – 25 giugno 1807, Pacini editore, 1993, con una breve
prefazione bilingue di Jean Tulard, storico francese di gran vaglia. Casaglia,
oggi quasi novantenne, non è uno
storico di professione, bensì è stato professore di ginecologia presso l’università
di Bologna. La sua corposa bibliografia denuncia che ha contratto il virus
della scrittura, nella forma benigna, che associa alla passione per la musica
(lui stesso batterista jazz). Dev’essere un personaggio assai singolare se un suo
"racconto d'attesa" è stato affisso nel 2000 in tutte le pensiline
d'autobus di Bologna.
Provo
a descrivere il libro in breve. Il primo capitolo s’intitola “Gli anni prima”,
ossia quelli dalla rivoluzione alla quarta coalizione. Ci descrive lo stato
dell’arte subito prima della rivoluzione in Europa, ma anche per esempio la
situazione in Persia, in Cina, in Giappone, in Sudamerica, e perfino in
Montenegro, nel Baden e in tutti gli staterelli e principati del variegato
mondo. Segue una dettagliata cronologia dei fatti più salienti occorsi in
quegli anni.
Il
secondo capitolo s’intitola “I mesi prima”, vale dire i mesi che precedettero
il trattato di Tilsit. Il terzo capitolo, “I giorni prima”, non racconta solo, per esempio, lo svolgimento della battaglia di Friedland, ma molto minuziosamente la città (che,
soggiungo, dal 1945 si chiama Pravdinsk e fa parte oggi dell'Oblast' di Kaliningrad).
La descrizione della battaglia – accompagnata con mappe – avrebbe senza dubbio
stupito uno specialista come David Chandler. L'elencazione dello schieramento
russo è qualcosa di unico, per quanto a mia conoscenza, per la precisione e il dettaglio.
Il quarto
capitolo, “Il giorno”, riguarda ovviamente il 25 giugno 1807, quando avviene
l’incontro dei due imperatori sulla celebre zattera. Pur conoscendo a grandi
linee ciò che avvenne, leggerò attentamente la ricostruzione minuta dell’Autore,
sicuramente vi troverò cose che ancora ignoro, ed è questo il bello
dell’avventura quando si ha tra le mani un libro di così grande erudizione e
interesse. Il quinto capitolo, "I giorni dopo", riguarda per l’appunto il seguito
di quel primo incontro tra gli imperatori. I due capitoli successivi non posso che
essere dedicati ai mesi dopo e agli anni dopo, fino alla chiusura dell’epopea
napoleonica. In Appendice la leziosa riproduzione del trattato di Tilsit in lingua russa (?),
quindi un’analisi psicografologica di alcuni scritti di Napoleone e di
Alessandro I. Dopo l’index nominum, segue
una bibliografia che si farà studiare.
È
questo un gran bel libro anche dal punto di vista editoriale e di modico prezzo.
Buona lettura per chi ne avesse voglia e interesse.
Complimenti per la tua voglia di erudizione storica. E mentre tu ti erudisci io tenterò di ... erudire "pubblicando" un saggio sulla Seconda guerra mondiale e un saggio su Darwin e i suoi "eredi".
RispondiEliminaerudiremo
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