martedì 5 febbraio 2019

De te fabula narratur



Ieri le case automobilistiche statunitensi hanno iniziato il loro bagno di sangue quando la General Motors ha iniziato a licenziare 4.250 ingegneri, tecnici, dirigenti e altri impiegati. GM conferma tagli dei salari e la chiusura di cinque fabbriche negli Stati Uniti e in Canada, compresi i principali impianti di assemblaggio a Detroit, Lordstown, Ohio, e Oshawa, nell'Ontario. Licenzierà complessivamente 14.700 dipendenti. Il sindacato americano dell’auto (Uaw), negli anni scorsi era riuscito a far ingoiare pesanti sacrifici ai lavoratori per salvare l’azienda. GM fa utili, ma essi sono in calo in rapporto al capitale investito. Tagliare i salari non basta più per soddisfare le aspettative degli azionisti, e allora si chiudono le fabbriche. In tal modo gli utili in rapporto al capitale saliranno, per un po’.

Ford invece eliminerà dal primo aprile il secondo turno presso l'impianto di assemblaggio di Flat Rock, Michigan, con 1.000 licenziamenti.

Non male, in attesa dell’auto elettrica.

8 commenti:

  1. Come fa il capitalismo ad estrarre il plusvalore da redistribuire nella società se sfrutta al massimo un numero sempre minore di operai? Guai a quella società che invece di sfruttare i propri schiavi è costretta a mantenerli, diceva Marx. Non solo le macchine sostituiscono i lavoratori, ma impongono sempre nuovi modelli di produzione, più razionali, automatici, veloci. Le fabbriche adottano bracci robotici programmabili, la logistica si automatizza, così come il trasporto merci. Il programma Watson dell'IBM è una piccola anticipazione di quel che succederà fra poco, quando macchine intelligenti sostituiranno, oltre all'attività degli operai, anche quella di impiegati, avvocati, medici, ecc. Il lavoro degli addetti ai servizi, che nei paesi avanzati rappresenta più della metà del PIL, sta per essere rimpiazzato da quello di robot, computer e software. Già oggi qualsiasi "sistema esperto" è più affidabile di un medico nell'elaborare una diagnosi a partire dai sintomi, più abile di un avvocato nel memorizzare leggi e sentenze, più efficiente di un bibliotecario nell'utilizzo della conoscenza strutturata che si trova in una biblioteca. Nel capitolo sull'automazione di "Traiettoria e Catastrofe..." (1957) è scritto che proprio dalla "dottrina dell'automatismo nella produzione" deduciamo la "necessità del comunismo, fondata sui fenomeni del capitalismo."

    "Le conseguenze del futuro" è il nome di un ciclo di incontri inaugurato recentemente dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Il titolo della serie di conferenze, seppur possa essere casuale, ci ha colpito: da anni andiamo dicendo che la società futura agisce già su quella presente, producendo gli strumenti oggettivi e soggettivi necessari per rovesciare la prassi; ora anche la classe dominante intuisce che si sta formando un qualcosa che sconvolgerà tutto, senza riuscire, però, a capire di cosa si tratti e nemmeno come intervenire.

    http://www.quinternalab.org/teleriunioni/2019/gennaio-2019/589-le-conseguenze-del-futuro

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    1. mi tolga una curiosità, per cortesia: mi sa dire precisamente dove Marx avrebbe scritto: "Guai a quella società che invece di sfruttare i propri schiavi è costretta a mantenerli, diceva Marx". Glielo chiedo perché in quasi mezzo secolo di letture marxiane ho incontrato un Marx molto diverso da quello ipotizzato in tale frase. Della serie: smettiamola di dire fregnacce.

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    2. P.P.S: spero che avrà l'umiltà e il coraggio di pubblicare il mio commento di risposta.

      Questo lo puó anche non pubblicare.

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    3. non si tratta di coraggio, ma il commento al quale lei allude non l'ho ricevuto. può rimandarmelo per favore? lo pubblico qualsiasi cosa abbia scritto.

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    4. @ Olympe:Dal Manifesto del partito comunista: Ogni società si è finora fondata, come abbiamo visto, sulla contrapposizione fra classi di oppressori e di oppressi. Ma per opprimere una classe, occorre assicurarle condizioni tali da permetterle almeno di sopravvivere in schiavitù. Il servo della gleba si è elevato a membro del Comune continuando a lavorare come servo della gleba, così come il piccolo borghese si è fatto borghese sotto il giogo dell'assolutismo feudale. Al contrario, il lavoratore moderno, invece di elevarsi con il progresso dell'industria, tende a impoverirsi rispetto alle condizioni di vita della sua classe. Il lavoratore diventa povero, e la povertà si sviluppa più rapidamente della popolazione e della ricchezza. Emerge così chiaramente che la borghesia non è in grado di restare ancora a lungo la classe dominante nella società e di dettarvi legge alle sue condizioni. La borghesia è incapace di governare perché non è in grado di garantire l'esistenza ai suoi schiavi all'interno del suo stesso schiavismo, perché è costretta a lasciarli sprofondare in una condizione che LA COSTRINGE A NUTRIRLI, ANZICHÈ ESSERNE NUTRITA. La società non può più vivere sotto la borghesia, insomma l'esistenza della borghesia non è più compatibile con quella della società.

      P.S: avevo scritto un p.s. diverso, che ho eliminato, per non dare adito a sterili polemiche.
      Allo "zittito" invece voglio dire che,...se ne stesse zitto una buona volta, e non si impicciasse.
      Il mondo è già stracolmo di gente che devono dire a tutti i costi la loro.

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  2. penso che i bordighisti si riferiscano al Manifesto dove i nostri eroi scrivono

    " (la borghesia) non è capace di garantire l' esistenza al proprio schiavo neppure entro la propria schiavitù, perchè è costretta a lasciarlo sprofondare in una situazione nella quale,invece di essere da lui nutrita, è costretta a nutrirlo"

    parole forse date troppo per acquisite

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    1. Sono abituati ad estrapolare una frase per poi tirarla come chewingum. Marx parla del pauperismo e cioè del fatto (lo scrive nel paragrafo successivo) che la “condizione più importante per l'esistenza e per il dominio della classe borghese è l'accumularsi della ricchezza nelle mani di privati, la formazione e la moltiplicazione del capitale”. Accumularsi della ricchezza ad un polo e della povertà al polo opposto. Ciò comporta lo stabilirsi di un movimento rivoluzionario unitario che porta al ”tramonto della borghesia e la vittoria del proletariato”.

      Il Manifesto è del 1847 e fu pubblicato l’anno dopo, cioè nel periodo cruciale dei moti rivoluzionari in Europa, forieri di molte illusioni. Marx non ha ancora intrapreso lo studio dell’economia politica che lo porterà a scoprire le leggi di movimento del modo di produzione capitalistico. L’analisi sul processo di accumulazione è di là da venire.

      A tale riguardo mi pare di aver detto abbastanza in questo post:
      http://diciottobrumaio.blogspot.com/2015/09/lozio-della-stiratrice.html

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