Ieri sera, il professor Massimo Cacciari, ospite
della trasmissione condotta da Dietlinde Gruber, ha sostenuto che il cosiddetto
reddito di cittadinanza, o altrimenti chiamato e variamente strutturato,
rappresenta un provvedimento di natura “strategica” per far fronte alla
crescente disoccupazione di massa dovuta alla sempre minore richiesta di
“lavoro necessario”.
Dunque, per Cacciari diventa strategica l’opzione dell’assistenza
prima ancora di quella del lavoro. Osservo che ciò crea già in premessa una contrapposizione
tra chi lavora e chi, volente o nolente, si fa mantenere dalla carità di Stato.
Una contrapposizione che potrebbe diventare esplosiva nel tempo breve in un
paese dove oltretutto il lavoro “nero” è pratica diffusissima e dove l’enorme
debito pubblico minaccia ogni giorno di far saltare tutto. E crea altresì una
dipendenza sul piano politico molto pericolosa, come dimostrano le ultime elezioni
che hanno visto il prevalere di una data formazione politica sulla base della
promessa di un assegno di mantenimento a tutti coloro che dimostrino di non
raggiungere una certa soglia di reddito.
La vera opzione strategica è quella di lavorare meno
per lavorare tutti, ma ciò non è praticabile in un’economia capitalistica. E
che questa sia l’unica strada percorribile e tutt’altro che utopica, diverrà
presto chiaro anche presso i più pragmatici assertori dell’inestinguibile continuità
del capitalismo.
Quello cui si deve puntare non è il mantenimento
della sopravvivenza attraverso l’assistenzialismo, bensì la rimozione delle
condizioni che impediscono ad ognuno di svolgere un’attività lavorativa effettivamente
proficua sotto l’aspetto individuale e sociale, e ciò è possibile solo
attraverso il cambiamento del modi di produrre e distribuire la ricchezza, nel
mutarsi di una società da disumana in umana.
Una società dove si lavora per il bene comune.
RispondiEliminaUna società dov'è dolce naufragare.
ho sentito sulla rubrica economica delle 18,30 di sky news un padrone dire che il reddito di cittadinanza è strategico (forse il predicato verbale non era esattamente questo) per evitare una rivoluzione sociale - e chissà che significa per lui..
RispondiEliminaun singolo padrone non fa testo però la classe padronale ha spesso dimostrato di avere una coscienza molto più precisa di quello che c'è in gioco in quel peculiare frangente storico
non ricordo esattamente in quale capitolo del capitale nel quale Marx irride il capitalista che incita gli operai degli altri padroni a spendere mentre comprime più che può i salari dei propri schiavi. siamo sempre lì
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