domenica 16 dicembre 2018

I nuovi apostoli del “popolo”


Le nostre abitudini alimentari, soprattutto fino a ieri, hanno avuto molto a che vedere con la religione, segnatamente con le prescrizioni imposte dalla Chiesa. Le feste erano scandite da precisi rituali alimentari che prevedevano piatti di grasso o di magro, ossia di carne oppure di pesce.

I cosiddetti “precetti” stabilivano con molto cinismo che ci si dovesse astenere dal consumo della carne e da tutti quei prodotti alimentari di derivazione animale nelle giornate di mercoledì, venerdì, sabato e in tutte le vigilie delle altre feste infrasettimanali di particolare rilievo liturgico e religioso. L’astinenza dalle carni era inoltre e rigorosamente prevista durante i quaranta giorni della “quadragesima”, ossia in quello che conosciamo come periodo quaresimale.

Dicevo che tali precetti erano stabiliti con molto cinismo e rispettati con molta ipocrisia poiché la quaresima per i poveri durava tutto l'anno. Il contadino povero non mangiava quasi mai carne e non poteva permettersi di comprare pesce, mentre per i ricchi tali tabù alimentari rendevano la loro dieta più varia e salutare. Infatti, il pesce, soprattutto quello di acqua dolce, potevano permetterselo solo i ricchi e, appunto, i preti. Nei conventi e nelle grandi dimore si allevavano carpe, lucci, tinche, anguille. Sulle loro tavole era servita per esempio lampreda e carpa in gelatina, il tutto innaffiato con quantità incredibili – a leggere le cronache del tempo – di vino.

La carne, anche solo certi tipi di carne, è in ogni credenza religiosa oggetto di proibizioni e limitazioni per i più svariati motivi. Ciò riguarda molto meno o per nulla il pesce. Il cristianesimo si rifà ai vangeli, laddove il pesce ha un posto di tutto privilegio, se non altro perché l'apostolo Pietro, un pescatore professionista sul lago Genézareth, e un suo amico panettiere, fornirono al mitico protagonista di quei racconti il pesce e il pane del famoso miracolo della moltiplicazione.

Ciò dovrebbe farci riflettere su quanta incidenza nella vita di ognuno possono avere le più incredibili balle, come quelle che verranno tra poco approvate in Parlamento dai nuovi apostoli del “popolo”.

6 commenti:

  1. si fossi cannibbale
    l' apostoli magnerei

    RispondiElimina
    Risposte
    1. stateve attenti voi due...
      l'ultimo che diceva la verità l'han pure messo in croce per dare l'esempio.
      e mi dispiacerebbe assai

      Elimina
  2. Si dice : < siamo quello che pensiamo , siamo quello che mangiamo.....
    Se consideriamo l'essere umano fatto solo di materia fisica allora l'astinenza da certi alimenti assume un valore puramente 'salutistico' , se lo consideriamo fatto anche di materia spirituale ( e ricordo che la Chiesa, nel concilio di Costantinopoli del 869 d.C. smise di parlare di spirito e cominciò a parlare solo di corpo e anima ) tutto il discorso alimentare assume un carattere molto più profondo che tocca la sfera psichica , mentale ma anche il piano etico -morale della nostra esistenza

    RispondiElimina
  3. si dice < sei ciò che pensi , sei ciò che mangi .....>
    per chi è convinto che l'essere umano sia fatto di sola materia fisica l'astensione o l'assunzione di certi alimenti si riduce ad una questione di carattere puramente .
    per chi è convinto che sia fatto anche di materia spirituale l'astensione da certi alimenti assume un carattere più profondo che tocca la sfera psichica , mentale
    abbracciando fin anche il piano etico e morale.

    RispondiElimina