Addendum. Oggi, primo settembre, il Sole 24ore dà rilievo a uno dei tanti paradossi di questa nostra formidabile epoca: «Ancora
una volta i dati parlano chiaro, più di tante parole: per i ragazzi, purtroppo,
il lavoro non c’è. Ed è paradossale che nel frattempo la politica dibatta di
una pensione minima per i giovani stessi. [...] il “problema lavoro” dovrebbe essere affrontato dal governo prima del “problema pensione”». Da notare che si tratta di "ragazzi" anche di 34 anni (e oltre).
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Parlare del welfare in generale e della previdenza in
particolare senza considerare la condizione e il ruolo del lavoro, cioè della forza-lavoro
(alla quale non è richiesto nient’altro che sottomettersi alle condizioni date
dal capitale), nel quadro dello sfruttamento capitalistico (oddio, che cosa ho
nominato!), e cioè della società borghese (pardon) nella quale queste
contraddizioni esplodono, finisce inevitabilmente per essere un esercizio
puramente ideologico. Sia per chi discetta di trippa per gatti a go-go
mantenendo però i piedi ben piantati in parlamento, e sia per chi replica che la pentola non è senza fondo. Basterebbe ricordare che c’è chi mangia da quella
stessa pentola con un cucchiaino da caffè e chi invece imbocca servendosi di un
grande mestolo. Senza peraltro tirare in ballo il fatto che decine di miliardi
si trovano subito per salvare banche che hanno prestato somme oscene a degli “sconosciuti”.
Quest’ultima considerazione non vale una cicca: le monde n’est qu’abusion. In altri termini si tratta di uno dei
tanti aspetti di una guerra fra la tendenza generale del dominio sociale e una
passività servile che da decenni non riesce più a perturbarla. Ma non vorrei
andare sul difficile stasera, perciò smetto subito.