Alcune estati or sono, in una giornata di caldo meno
torrido dell’attuale, percorrevamo a piedi la via Appia Antica. Oltre alle
catacombe di san Callisto e le cave Ardeatine (di poco distanti) e altri siti,
visitammo anche il celeberrimo mausoleo di Cecilia Metella, ovvero ciò che ne
resta. Quello di Metella è un sito molto frequentato dal turismo, non così per
il mausoleo di Valerio Romolo e la villa di Massenzio, a pochi passi, i quali sono
praticamente deserti.
Per pranzo prendemmo un tavolo nel giardino di un dignitoso ristorante del posto (Garden Ristò). È lì venimmo a sapere che l’immensa villa di là della strada,
proprio di fronte al ristorante e attigua al mausoleo, era (o era stata) di
proprietà della sorella di un notissimo esponente politico (ora in sonno),
a sua volta nipote di un noto architetto del tempo che fu. Vero o solo
verosimile, la cosa non ha molta importanza. Ci dissero che la villa era in
vendita e che al suo interno s’erano consumati gravi abusi edilizi che avevano
interessato antichi resti.
Ora leggo (clicca l’articolo) delle vicende giudiziarie
che hanno riguardato quegli abusi, addirittura camuffati con delle mappe false. Non si sa
bene chi li abbia commessi quegli abusi (mica è un bilocale di Pietralata o Centocelle), e la soprintendete del
comune di Roma, chiamata come tecnico dal tribunale a dirimere la questione,
pare, sostiene l’articolo, che in passato avesse già espresso un parere favorevole
per alcuni lavori nella villa e che comunque non sarebbe sconosciuta in quella casa.
Vai a sapere come stanno effettivamente le cose. La vicenda nel suo complesso
rivela ad ogni modo uno spaccato paradigmatico di come è ridotto questo
disgraziatissimo paese in generale e la sua capitale in particolare, dove alla fine prevalgono infiniti e solidi intrecci
tra denaro e potere. Povero Antonio Cederna, se vedesse!
Si era fatta la tavernetta in un ipogeo romano. Per gli studi storici e archeologici che ho fatto, la sprezzante volgarità proprietaria degli arricchiti nei confronti delle antichità - "messe a valore" per fornirgli comfort di lusso o per incrementare il fatturato - mi suscita una rabbia feroce.
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