Ancora una volta quel simpatico rompiscatole di Seminerio ha posto in ridicolo i “governativi” con i loro peana sui dati
dell’occupazione, segnatamente di quella femminile ma il discorso può essere
esteso anche al resto. In definitiva si tratta di togliere il velo a delle
palesi menzogne. I dati sull’occupazione rimangono sostanzialmente stabili o
tendono a crescere di qualche decimale per due motivi fondamentali ed entrambi
noti (ometto quello sul lavoro).
Una riforma delle pensioni era necessaria, ma è
giunta tardiva e fatta male (Monti e Fornero non l’hanno scritta, ma solo
firmata), e ha avuto l’effetto di un tappo poiché non la si è modulata
diversamente. Non si sono intaccate le moltissime rendite di posizione determinando
una franchigia oltre la quale il calcolo doveva essere totalmente contributivo,
né si è separata la previdenza dall’assistenza, né si è messo un punto fermo
sul tema. Si è voluto mordere più di quanto si poteva masticare, e andare in
pensione è diventata una corsa ad ostacoli su una pista che s’allunga sempre di
più.
Ad ogni modo si sarebbe comunque trattato di pezze a
colore poiché il sistema statale è già tecnicamente fallito, e resterà in piedi
fino a quando lo consentirà la congiuntura internazionale. L’entità del debito
pubblico non è più solo una questione di rapporto con il Pil, ma va vista anche
in termini assoluti, se non altro perché le ingenti risorse impiegate per
pagare gli interessi non possono essere destinate per operare tagli drastici
alla decontribuzione/tassazione e per gli investimenti.
Nessun commento:
Posta un commento