lunedì 3 febbraio 2014

Anguille, murene e pescetti


La rete di Grillo-Casaleggio ha raccattato ciò che poteva pescare nel gorgo della gioventù languente e senza prospettive in cerca di un ruolo sociale soddisfacente. Un misto mediocre, e hai voglia a distinguere (anche gli altri pesci, sia ben chiaro, non sono migliori, anzi). Nessuno di questi pesci lessi, instupiditi da un solo anno di vita parlamentare, nutre il minimo sospetto sulla parte che gli fanno recitare, ossia di fantocci parlamentari di cui la borghesia, nelle sue fantasmagoriche declinazioni di fazione, si serve per dare spettacolo della propria idea scalcinata di democrazia (*).



Questi avannotti, non meno della pescetta rosa in ghingheri che li bacchetta, sono stati, per dirla con Engels, “contaminati dall’incurabile malattia del cretinismo parlamentare, infermità che riempie gli sfortunati che ne sono vittime della convinzione solenne che tutto il mondo, la sua storia e il suo avvenire, sono retti e determinati dalla maggioranza dei voti di quel particolare consesso rappresentativo che ha l'onore di annoverarli tra i suoi membri e che qualsiasi cosa accada fuori delle pareti di questo edificio –  guerre, rivoluzioni […] e tutto quanto ancora può in qualsiasi modo pretendere di esercitare un'influenza sui destini dell'umanità – non conta nulla in confronto con gli eventi incommensurabili legati all'importante questione, qualunque essa sia, che in quel momento occupa l'attenzione dell'onorevole loro assemblea” (**).


(*) Non dobbiamo dimenticare, per rifarci alla storia meno recente e che pure ha tanta parte in quella presente, che il già Presidente della Vittoria, e padre della patria (o padrino?) e della Repubblica, ossia Vittorio Orlando, il cui collegio elettorale era quello di Partinico, regno della Mafia agraria, a seguito dell’azione repressiva del prefetto Cesare Mori, ebbe a dichiarare in un discorso pronunciato in parlamento, che egli si sentiva fieramente “mafioso”. Molti decenni dopo, un certo Tommaso Buscetta poteva definire il senatore Orlando come “uomo d’onore”. Il prefetto Mori era giunto ad aver quasi distrutto la Mafia con metodi in parte oggi non proponibili, ed era ad un passo dallo scoperchiare la cupola dell’organizzazione segreta mafiosa rivelandone gli intrecci con il sistema bancario e affaristico italiano non meno che con la politica romana. Invece di farlo saltare in aria, Mussolini gli levò l’incarico facendolo senatore. Promoveatur ut removeatur, si diceva un tempo in cui a Roma si bazzicava il latino.


Capo di gabinetto di Vittorio Orlando era stato l’avvocato Enrico Santoro (se non altro per motivi cronologici nessun riferimento con omonimi attuali), il quale curiosamente abitava a Milano in corso Buenos Aires 47 (mappale 2202, dal 1938 diventa piazza Lima, 4). Per chi legge questo blog almeno da ieri, il riferimento potrebbe ricordare qualcosa. Sennonché il Santoro, sulla settantina e con amante una manicure ventenne, era in un affare che riguardava le società Meridionali e l’Ilva, nonché con le mani in pasta con il casinò di Sanremo (il figlio, pure avvocato, ne era un cassiere, mentre la figlia era sposata con un altro cassiere, il quale manteneva una tale Alfonsina, detta la Bolognese). Ed eravamo nel 1921, l’altro giorno. Al n. 47b di corso Buenos Aires abitava una intima confidente di Ida Dalser, un nome quest’ultimo che ormai non ha più bisogno di presentazioni. In fondo al corso c’è piazzale Loreto.


(**) F. Engels, brano tratto da un articolo apparso il 27 luglio 1852 sulla New-York Daily Tribune. Ora in MEOC, vol. XI, p. 83.

6 commenti:

  1. Restiamo nella metafora ittica.
    Mentre nuoto da pesce libero e avvertito fuori dal tramaglio in attesa dell'implosione del Sistema, mi diverto molto per il casino che fanno i pesci lessi e instupiditi che rompono un pò i cabbasisi a tutta la marmaglia pagata e collusa dei pesci grossi,un pò spaventata dallo spumeggiare nella rete. Sarà ben poca soddisfazione mentre mi spalmo la vaselina e rompo l'esiguo salvadanaio per ossigenare i giovani pesci non istupiditi del mio acquario.
    Mentre rimandiamo nel collegio dei barnabiti il giovane stellato per ripassare il galateo sessista, la Presidente della Camera con i collusi ci propina una colossale porcheria. Violenza delle parole e violenza degli atti ? Vecchia diatriba che ci agita mentre il prestigiatore è riuscito a far uscire il coniglio agitando l'altra mano.

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  2. Sì, della domenica, forse per la situazione che la 'ma fà vegnì el cù vert' (raffinata Crusca meneghina). (Quando avremo un pò di tempo affronteremo
    politically correct il tema dell'alter dì tra l'ambroeus e il terrun de Napoli).

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  3. Mi vien voglia di fare riassunto e commento come a scuola elementare.
    Mi correggeresti il compito?

    I politici ladroni non sono altro che meri esecutori degli ordini dei loro padroni (lobbies, multinazionali, banche, etc.). Poi c'è che il capitalista vuole solo fare profitto sfruttando gli operai. I grillini sono pescetti da brodo tra un branco di famelici squali e che, illusi di poter cambiare finalmente qualcosa, fanno inutilmente caciara in parlamento.
    Io credo che, in questa mortuaria nebbia stabile in val padana, anche un raggio di sole o un temporale o anche una semplice folata di vento, possano dare un po' di ristoro al corpo ed all'anima. In attesa che qualche stella polare spunti nel cielo e coordini, organizzi e guidi i popoli a fare l'unica cosa possibile ovvero la rivoluzione armata.

    Ciao

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  4. Completamente d'accordo sul ruolo dei parlamentari e del parlamento oggi, gìà lucidamente descritto da Engels come ci viene ricordato... credo che i grillini siano il prodotto di quasi trent'anni di neoliberismo bipartisan all'italiana e pensano seriamente che questo sistema possa essere riformato. Riempiono quasi 30 anni di vuoto grazie alle capacità istrioniche di Grillo e alla visione complottistica da fiction apocalittica di Casaleggio, che parla con industriali e banchieri senza farsi fare domande e produce "Gaia" un docu-film delirante visibile in rete già magistralmente spernacchiato da Crozza... Forse ai tempi del prefetto Mori, di Vittorio Emanuele Orlando, di Ida Dalser anche i reazionari erano gente più seria...

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