Nella patria della libertà per frequentare
Harward ci vogliono 91.200 dollari a cranio, così suddivisi: 56.175 per seguire
i corsi; 3.148 per l’assistenza sanitaria; 7.025 di tasse; 11.100 per l’alloggio;
13.752 per altre quisquilie. Chi se lo può permettere? È vero che più di metà
degli studenti riceve 12mila dollari d’aiuti per il vitto e l’alloggio, ma il
costo resta ugualmente proibitivo per moltissime famiglie americane (*).
Nemmeno Kenneth C. Griffin se lo
poteva permettere se non avesse avuto “fortuna”, come la chiama lui, ossia una
nonna molto ricca. “Molti ragazzi non hanno questa fortuna”, ammette Griffin.
Il quale, memore della sua sfacciata fortuna, ha pensato bene di donare 150
milioni di dollari alla sua ex università, dall’alto di un patrimonio stimato
in oltre 4 miliardi, realizzato speculando in obbligazioni. Infatti Griffin è
il fondatore di Citadel, un gigante degli hedge found, che nel solo mese di gennaio con i due fondi di punta (Kensington
e Wellington) ha realizzato un più
3,4 per cento mentre l’indice azionario Standard & Poor subiva un ribasso
del 3,6. I due fondi Kensington e Wellington – 8,2 mld di asset in gestione –
nel 2013 hanno avuto una performance del 19,4 per cento. Vuoi che siano 150
milioni di donazione ad Harward, validi fiscalmente e soprattutto come
pubblicità.
Collega di università di Griffin è
stato Lloyd C. Blankfein, un altro filantropo americano, il più pagato della
storia di Wall Street quale chief executive di Goldman Sachs, banca che
quest’anno dovrà pagare ai suoi clienti 550 milioni di dollari per averli
ingannati. Ma questi sono dettagli, anche perché tale cifra rappresenta solo 15
giorni di profitti, dunque si tratta di un esborso trascurabile. Ed infatti è
stata presa come una vittoria, tanto più che c’è denaro a buon mercato grazie
alla Federal Reserve.
Griffin – già finanziatore della
campagna elettorale di Mitt Romney – non è l’unico a donare denaro alle
università: Michael R. Bloomberg ha promesso 350 milioni dollari alla Johns
Hopkins University lo scorso anno, John W. Kluge, ex magnate televisivo, ha
donato 400 milioni dollari a Columbia University, eccetera. Qui da noi, in
Italia, invece, i ricchi dichiarano di essere nullatenenti in modo da avere
sconti sulle tasse universitarie per i figli.
(*) Gli ammessi rispetto alle
domande sono circa il 12% (più di un terzo stranieri), e in tale percentuale il
peso economico conta eccome. Ad ogni modo, almeno per quanto riguarda il numero
di studentesse ammesse, in mezzo secolo sono stati compiuti enormi progressi:
nel 1963 erano solo otto, mentre oggi sono il 41%.
L'Italia non ha ancora "filantropi" di questo livello, ma l'istruzione è diventata di classe grazie alle tante "riforme" bipartisan e ai regali- altrettanto bipartisan- alle scuole private. Lo stesso trattamento ha subito e sta subendo la sanità.
RispondiEliminaMa abbiamo la Costituzione più bella del mondo e quindi possiamo consolarci.....