sabato 21 agosto 2021

Un semplice calcolo aritmetico

 

Nel quadro sociale e politico inquieto di questa fase, pandemica e anarchica, ci sarebbe bisogno di un rinnovamento radicale di tutto ciò che, dalle istituzioni alle persone, non è più del nostro tempo.

Bisognerebbe uscire dall’alveo delle utopie, non solo quelle infantili e minoritarie, ma anche e prima ancora dalle utopie di una politica onusta di verbalismi dichiarativi che si scontrano con la realtà sociale ed economica effettiva.

L’alternativa non è con la destra o con la sinistra, semplicemente non esiste un’alternativa. Non può essere un caso che in meno di tre decenni s’è ricorsi più volte a personalità esterne al Parlamento per trovare un presidente del consiglio: Dini, Ciampi, Monti, Renzi, Conte e da ultimo Draghi. A rigore anche Berlusconi era e si dichiarava outsider della politica, e Prodi aveva origini e formazione diversa da quella della militanza di partito.

Che cosa significa questo? Che il sistema è bloccato, che i partiti camminano nel vuoto e l’inettitudine del sistema parlamentare è un dato di fatto, come s’è visto palesemente anche nel giugno del 2018 nello psicodramma della formazione del nuovo governo, con scritture e riscritture di programmi di cui si sono perse le tracce.

Tutto ha inizio da molto lontano. Il “crollo del Muro” e la “fine delle ideologie” sono solo modi per dire che quel tempo, durato quasi un secolo, era scaduto. L’Unione Sovietica ai tempi di Internet sarebbe stata un anacronismo, e lo era già prima l’ortodossia stalinista. I cinesi se ne avvidero per tempo e fecero i conti con quella maoista.

Pieno di cose orribili, il comunismo che abbiamo conosciuto è stato tutt’altra cosa dal nucleo del pensiero rivoluzionario di Marx. E non poteva essere diversamente, poiché Marx ci ha lasciato una critica scientifica del capitalismo, ma nulla poté dirci sul comunismo.

Il Partito comunista italiano, crociano e stalinista, di lotta (per il potere) e di governo (dell’esistente), si dissolse aggregandosi con i democristiani (anche i peggiori). E poi avanti, fino all’implosione del Partito democratico, le cui cause sono note. È stata così lasciata scoperta e non rappresentata una zona ampia del corpo sociale, che si è rivolta in massa al movimento grillino, consentendogli di conquistare un terzo dell’elettorato e la maggioranza alla Camera.

Il M5s non riconosceva più alla classe politica tradizionale né la capacità né la legittimità di governare, contestandone anche l’assetto sociale che essa rappresentava. Sosteneva di non avere un’ideologia, e ciò in gran parte era vero e ha funto da catalizzatore elettorale, e vantava un programma politico alternativo che aveva a che fare più con l’immaginazione che con la realtà, poiché si trattava perlopiù d’intuizioni e di velleità, tipo la famosa apertura della “scatoletta di tonno”, di porre “fine alla povertà” e altre suggestioni vagamente rousseauiane.

Com’è finita? Quando la componente parlamentare ha visto minacciata la propria nuova posizione sociale, da movimento “rivoluzionario” il M5s è diventato in breve tempo, abiura dopo abiura, un movimento conservatore dedito al cabotaggio politico, incapace di darsi perfino un leader proveniente dal suo interno.

La destra, berlusconiana, leghista e neofascista ha governato per lustri, la Lega anche negli ultimi due governi, Berlusconi è con Draghi. Non mi pare si sia risolta la tradizionale ingovernabilità italiana, e nemmeno superata nell’azione di governo irrazionalità e inefficienza (per tacere delle leggi ad personam e a tante altre ad capocchiam).

Il partito cripto fascista è da solo all’opposizione, cosa che consente alla Meloni di sparare ad alzo zero senza preoccupazioni, fino a farsi interprete di qualunque cosa, idiozie comprese.

Dica invece cosa intende fare a riguardo dell’ipoteca più grossa nel destino del Paese, quella costituita dal debito pubblico, sempre che la cosa susciti un qualche interesse. Per numeri e quote sociali, a chi intende far pagare e come, una volta al governo, la riduzione di quel debito? Perché al prossimo scossone finanziario, pandemia o no, ci chiederanno conto di quella libbrona di carne.

Personalmente qualche idea in proposito l’avrei. Guardando in questi giorni ciò che ormeggia in porti e porticcioli della penisola e delle isole. Non si tratta d’invidia sociale, figuriamoci, e nemmeno di velleitaria e patetica voglia di far piangere i ricchi (categoria sociologica assai variegata). Non mi sollecita nemmeno un senso di giustizia sociale, bensì m’ispira un semplice calcolo aritmetico.

9 commenti:

  1. ma figurati un calcolo aritmentico... 2+2 fa me te Erasmo e un altro, forse

    RispondiElimina
  2. il debito lo doveva pagare chi l'ha prodotto e chi ne ha beneficiato. E' pure una questione generazionale, in gran parte prodotto per riassorbire violenza secolo scorso. E' stata come un dottrina mitterand domestica... Ma ormai fuori controllo, continua ad aumentare in proporzione al processo di svuotamento dello stato, molto evidente nel covid, dove la stella polare è sempre socializzare le perdite, vacciniamoci tutti.

    RispondiElimina
  3. ormai questo guscio vuoto tricolore sembra la Napoli di Franceschiello dove alla fine faticavano solo funzionari e pensionati...

    RispondiElimina
  4. difatti saremo anche in 4 ma di te e erasmo non mi fido perché sapete di laguna ed essendo voi della generazione dominante avrete 50 volte il mio conto in banca, rendite fisse, famiglia, vaccini ecc Dico male?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. iniziamo con delle donazioni vostre nei miei confronti, poi vediamo

      Elimina
  5. Se hai seguito anche superficialmente le diatribe sull'eredità Agnelli, converrai che la tua soluzione è impraticabile, a meno di dichiarare guerra a decine di paradisi fiscali, cominciando da quelli all'interno dell'UE. Per non parlare dei paradisi fiscali caserecci, di impianto meno aristocratico, ma efficienti nello sfruttare i bassi valori unitari e i grandi volumi.

    RispondiElimina
  6. Non so se nella Napoli di Franceschiello faticassero funzionari e pensionati, ma se così fosse si tratterebbe di società molto diversa dalla nostra.
    Poiché quindi i presupposti sono erronei, la richiesta di donazioni riparatorie è respinta.
    Il richiedente si rivolga al sig. Di Maio, che ha valorosamente abolito la povertà.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eccolo, come volevasi dimostrare: Erasmo respinge e manda tutto a debito.

      Elimina
  7. «È stata così lasciata scoperta e non rappresentata una zona ampia del corpo sociale».
    Chissà quale artificio sarà "creato" per rappresentarla alle prossime elezioni (se ci saranno), quale "vaffanculo" o quale altra istanza di contrarietà al cosiddetto "sistema" (dove poi andranno, come gli stellati, a sistemarsi comodamente). Il problema di fondo, tuttavia, è che non si vede alcuna forza politica in grado di rappresentarne gli interessi (di classe) in modo propositivo e dirompente.

    RispondiElimina