domenica 12 marzo 2017

Uno strano operaio

Non è un fotomontaggio

«Vivremo abbastanza a lungo per vedere una rivoluzione politica? Noi, i contemporanei di questi tedeschi? Amico mio, lei crede ciò che desidera», scriveva Arnold Ruge a Marx, nel marzo 1843; e cinque anni più tardi questa rivoluzione c’era. È questo solo un esempio dell’inconsapevolezza storica che, alimentata sempre più riccamente da cause similari, produce atemporalmente i medesimi effetti (*).

Questo estratto dalla lettera di Ruge a Marx è stato riproposto da Guy Debord in esergo all’VIII capitolo de La società dello spettacolo (dicembre 1967). Sei mesi più tardi sopraggiunse in Francia il movimento delle occupazioni, il più grande momento di sconquasso sociale dopo la Comune di Parigi, con il più grande sciopero generale che abbia mai fermato l’economia in un paese industriale avanzato, e il primo sciopero generale selvaggio della storia. Fu quello il culmine, almeno in Francia, di un cambio d’epoca, ma non segnò una rivoluzione politica nel senso auspicato dall’”ebreuccio tedesco”, dato il quadro internazionale e i rapporti di classe interni alla Francia d’allora. De Gaulle, furbescamente, indisse nuove elezioni e in buona sostanza furono accolte quelle rivendicazioni che parevano di grande sostanza senza esserlo davvero.

Scrivevo all’esordio di questo blog, sette anni or sono:

La quantità di tutto ciò che questa società ci impone e ci infligge ha già superato la soglia oltre la quale ogni equilibrio faticosamente costruito viene rotto con violenza. Marx ha scritto che ogni epoca si pone solo i problemi che può risolvere, e questo è vero; e oggi siamo giunti precisamente al punto in cui non è più possibile risolverne nessuno senza risolverli tutti.  

*


Mi chiedo se oggi, nel 2017, rischiamo di recitare la stessa parte di Lenin il mattino del 7 novembre 1917, quando, salito su un tram camuffato da operaio, chiese alla bigliettaia perché mai sull’automezzo non vi fosse nessuno. No, non c’è il rischio che la bigliettaia ci risponda: “Tu sei uno strano operaio, che non sa che oggi è il giorno della rivoluzione”.

Le Borse festeggiano nuovi record, e tuttavia la storia procede per paradossi e improvvisi colpi di scena. È solo questione di tempo.

(*) «Wir werden eine politische Revolution erleben? wir, die Zeitgenossen dieser Deutschen? Mein Freund, Sie glauben was Sie wünschen.» La cosa strana è che sia nella lettera di Marx a Ruge del 25 gennaio e sia in quella del 13 marzo di una simile domanda non c’è traccia.


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