A guardare in giro è tutto un disastro. Palazzi e palazzine messi a nuovo anche con i miei denari, ma poi non c’è una via del centro, per non parlare delle strade periferiche, che non sia ridotta a una buca dopo l’altra. Non c’è un’unghia di asfalto libero nelle città che non sia stata adibita a parcheggio a pagamento con tariffe da rapina. A chi vanno tutti quei soldi? I parchi cittadini sono diventati inagibili, nel senso che frequentarli significa assumersi dei rischi di vario genere. Non parliamo poi delle stazioni ferroviarie dove bivaccano dei rottami umani venuti da chissà dove e con intenzione di farsi mantenere. Sto parlando di una città del nord, che assomiglia sempre più a una città del meridione. Beh, non esageriamo, non gli assomiglia, ma ad ogni modo il degrado si nota.
Di tutto ciò non si occupano i fabbricanti di discorsi totalizzanti in tv e nelle sagre della “cultura”, salvo stigmatizzare (eufemismo) l’astensione elettorale, ossia quelli che si sono spogliati delle loro costruzioni illusorie. Mi stupisco del contrario: troppa gente va ancora a votare, a farsi prendere per il culo da questa camorra che pensa solo ai cazzi propri. Quindi ti trovi a pensare cose immonde: una nuova guerra è esattamente ciò di cui il mondo ha urgente bisogno. No, un momento, questa è solo rabbia, poi passa e si ricomincia a ragionare. Ma diventa sempre più difficile non andare fuori di testa e il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso tutto questo possibile.
Ora c’è un barlume di speranza nel mondo e la situazione potrebbe migliorare ulteriormente per tutti: secondo gli esperti, qualcuno potrebbe presto lanciare un missile nucleare da qualche parte, mettendo così la ciliegina sulla torta dell’attuale situazione mondiale. Effettivamente tutti concordavamo sul fatto che la situazione fosse diventata piuttosto monotona ultimamente, con la guerra in Ucraina, il genocidio nella Striscia di Gaza e altri conflitti di cui non c’importa, come Myanmar, Sudan, Etiopia eccetera. Per fortuna c’è il Papa, dice qualcuno.