Per settimane ci hanno raccontato che Kamala Harris potesse battere Trump. Siamo ben informati, non c’è dubbio. Si poteva trovare conferma in questo fola moltiplicando estratti dei discorsi di Trump, uno più rivoltante dell'altro, sui neri, sulle donne o sugli immigrati. Ma non ci è stato detto abbastanza di cos’altro stesse dicendo. Perché Trump ha parlato anche di potere d’acquisto, prezzo della benzina e tenore di vita, temi poco originali, che ritroviamo in tutte le campagne elettorali, ma che rendono attento l’elettore. E che ha fatto dimenticare tutte le stronzate con cui Trump cosparge abilmente i suoi discorsi.
Ci raccontavano dell’America degli affari senza limiti, dei redneck armati che ascoltano musica redneck, bruciano croci, mangiano hamburger giganti e pensano che il riscaldamento globale sia un complotto. Questa volta non si tratta di incolpare il sistema contorto dei grandi elettori, Trump ha stravinto anche il voto popolare.
La strategia di demonizzare Trump non ha funzionato. E nemmeno in Europa funziona contro l’estrema destra. Credono ancora che dare lezioni morali (o di antifascismo!) al proprio avversario fascista o parafascista sia sufficiente per batterlo alle urne. Il trionfo di Trump ci mostra che non funziona così, e in Europa dovremmo essercene già accorti da tempo. Quando l’immaginazione declina, il moralismo invade ogni cosa. Il declino di quella che ancora passa per essere la sinistra non è ancora finito.
Anche noi abbiamo avuto un miliardario volgare, scandaloso e pregiudicato, eletto più volte prima che fossero eletti i nipoti analfabeti del Duce. Anche la Polonia ha vissuto per molti anni sotto il rancido giogo cattolico del PiS (Legge e Giustizia) e i fratelli Kaczynski. Gli inglesi hanno votato per Boris Johnson e altre oscenità. L’Ungheria è sotto stretto controllo di Viktor Orbán. In Francia, Le Pen appoggia il governo in attesa di essere eletta presidente. In tutta Europa, l’estrema destra prospera e sogna un futuro. La sinistra parlamentare, quella che afferma di incarnare la virtù, vagheggia compiaciuta un capitalismo irenico e inclusivo.
Il capolavoro del capitalismo: fascismo e guerra tra poveri
RispondiEliminahttps://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_sindacati_non_servono_il_portavoce_di_elon_musk_in_italia_e_le_nuove_forme_di_fascismo_aziendale_alle_porte/6121_57731/
Il capitalismo irenico e inclusivo dei Bersani, Fassino, Bonelli, Fratoianni, ecc., ecc.
RispondiEliminaOrmai la 'la sinistra parlamentare' vive di slogan, wishfull thinking e cause perse, selezionando queste ultime rigorosamente fra quelle lontane dalle proprie ormai remote radici ideali.
RispondiEliminaItaliani straordinari che lavorano in US Enzo Traverso, Storico scrittore professore alla Cornell university ha pubblicato Gaza faces history, prima ancora, Le nuove forme del fascismo bella intervista su Democracynow.org 15 .11
RispondiEliminaMolte grazie
EliminaIn effetti, non sembra una grande strategia quella di lasciare che la destra scippi le tematiche tradizionali della sinistra. Il PCI, per esempio, non sarebbe stato d'accordo con il PD su temi come la guerra, la decarbonizzazione a prezzo di deindustrializzazione e atteggiamento antiagricolo e antizootecnico, case green là dove si era verificata la prima prorietà immobiliare di massa, immigrazione incontrollata con effetti perversi sul mercato del lavoro, prevalenza dei diritti delle minoranze su qualsiasi altra tematica. Si tratta di puro antilesionismo, ammesso che non si servano interessi occulti, ma questa ultima ipotesi sarebbe anche peggiore.
RispondiEliminaConcordo, peccato che non hai citato la questione palestinese e il tentativo di genocidio in atto.
EliminaTentativo Olympe?
EliminaNo, presa d'atto Erasmo 😉
EliminaHo riletto il mio commento, e ho notato un inspiegabile "antilesionismo" al posto di "autolesionismo". Si vede che sto rincoglionendo. Quanto alla "presa d'atto", non rispondo alla provocazione. Continuando sulla falsariga del mio commento, che comparava PCI e PD, posso dire una cosa ovvia, e cioè che in tema di politica estera il PCI era costantemente appiattito sull'URSS. Ricordo che la posizione dell'URSS rispetto a Israele fu: amicizia e ottimistiche aspettative nel 1948, a scemare negli anni seguenti in proporzione inversa all'avvicinamento di Israele agli USA; ostilità crescente a partire dalla crisi di Suez (1956); faticosa presa di conoscenza (meglio non usare il termine coscienza) dell'esistenza di un popolo palestinese a partire dagli anni '70. A questo punto, la posizione del PCI si divarica, a causa di una presenza piuttosto ingombrante di esponenti dell'OLP in Italia. Contemporaneamente, anche altri attori politici e parapolitici italiani entrano in contatto con l'OLP. Si tratta di Andreotti, Moro, i servizi segreti e le BR. Chiaro che il PCI si muova con cautela e anche con un po' di disorientamento. Diciamo che, fino alla Bolognina, il PCI si tenne su generiche posizioni di solidarietà con i palestinesi, e quindi possiamo dire che almeno in questo non c'è una differenza sostanziale con la successiva posizione del PDS/PD. È anche per questo che nel mio commento qui sopra, dedicato alle differenze fra PCI e PDS, non ne facevo menzione.
EliminaAntilesionismo e autolesionismo capita a tutti fare strafalcioni. Che vuole, il T9, la distrazione etc.
Eliminay, Dopey.
RispondiEliminaLouis-Ferdinand Céline - Bagatelles pour un massacre, 1937
Gentile Signora Olympe, lei è cattivella; vuole mettere in difficoltà il signor Erasmo. Come fa ad esprimersi avendo amici sostenitori ad oltranza di Israele?
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