giovedì 21 novembre 2024

Falliti

 

Ci sono decine di modi di fare politica. Alcuni sono, se non nobili, almeno rispettabili. Altri, molto meno. Il più diffuso oggigiorno consiste nel battere compulsivamente sulla tastiera del cellulare e nel condividere i propri stati d’animo – chiamiamoli così, eufemisticamente – su un cosiddetto “social” network. Preferibilmente X, ex Twitter, di proprietà del multimiliardario mezzo trumpiano e mezzo marziano. L’utente politico è solo una pedina intercambiabile in un sistema pletorico fatto in gran parte di estranei e di sagome trasparenti: eccolo lì nella luce, oggetto dei commenti politico-mediatici dei suoi colleghi e rivali ideologici, esagera in un mondo che esagera, il che è ottimo per l’ego, soprattutto quando è difficile esistere.

Prendi gente come Lollobrigida, al quale poveretto gli hanno messo la mordacchia, è uno che non capisce tutto, tutt’altro, ma con quelle sue frasi arruffate si sentiva quasi intelligente, o se non altro parte di un grande progetto di riforma.

Quando si fa parte di un governo che fatica a dimostrare la propria utilità e che ha decine e decine di bocche da rendere ben pasciute, che vanno in giro con un dossier sotto il braccio, bisogna ammettere che è davvero un compito non facile sparare ogni giorno una cazzata che catalizzi l’attenzione dei cani da guardia per tutta la giornata. Ciò non è certamente una novità, né è limitato alla destra dello spettro politico.

Che poi, a ben vedere, c’è l’hanno quasi tutti con lo Stato, che non funziona, tranne quando sono loro al governo. In tal caso anche le accise sui carburanti diventano come la dolce Euchessina. E se stanno all’opposizione riscoprono i gravi problemi della sanità pubblica che per decenni avevano contribuito a demolire con tagli lineari e per conto della tutela di evasori ed elusori sistemici.

C’è qualcosa di profondamente perverso in questa ideologia che postula che lo Stato sia necessariamente troppo grande, troppo costoso e che i suoi dipendenti pubblici siano troppo numerosi e magari anche troppo pagati. Perché impegnarsi in politica se si vuole far esplodere la sua principale leva d’azione? L’impegno in politica allora non è altro che una finzione, un motivo per prendere un alto stipendio e dare un senso alla propria vita altrimenti fallita.

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