mercoledì 28 agosto 2019

La realtà neoliberista


C’è chi sostiene, magari con una punta d'ironia ma in tutta serietà, che “la realtà è neoliberista”. È vero, la realtà è dominata e plasmata dal capitale e dai relativi rapporti sociali, ma ciò non significa che la realtà borghese risponda ancora e sempre a criteri di necessità e razionalità.

Per molti secoli la realtà diventò e si mantenne feudale, monarchica e molto cattolica. Ad un certo punto, l’ancien régime diventò così irreale, cioè così privo di ogni necessità e così irrazionale, che dovette essere distrutto.

La realtà si manifesta nel suo sviluppo come necessità, ma nel corso dell’evoluzione storica tutto ciò che prima era reale diventa irreale, perde la propria necessità, il proprio diritto all’esistenza, la propria razionalità. Infatti, non tutto ciò che esiste in un dato momento storico è, senz’altro, anche reale.

Secondo la dialettica hegeliana, che non è qualcosa di astruso e insulso, tutto ciò che è reale nell’ambito della storia umana diventa col tempo irrazionale, è dunque già irrazionale per proprio destino, è sin dall’inizio affetto da irrazionalità. La tesi della razionalità di tutto il reale si risolve quindi secondo tutte le regole del ragionamento hegeliano nell’altra: null’altro esiste all’infuori del processo ininterrotto del divenire e del perire.

Che la storia della società umana trovi una conclusione definitiva nel modo di produzione borghese, nella “realtà neoliberista”, è una pretesa che trova smentita ogni giorno di più proprio in forza dello sviluppo delle forze produttive materiali della società, nelle irrisolte contraddizioni che tale sviluppo riflette nei rapporti sociali e di produzione esistenti.

P.S. : anche il nuovo governo pare diventerà reale, ove gli unici criteri di necessità e razionalità sono: non andare alle elezioni, durare per esistere. Hegel gli fa un baffo a questi. 

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