Nell’articolo «Tutti gli eccentrici dell’”Isola dei
baci”», nel Domenicale, c’è un
“catenaccio” che dice: «I futuristi, Edwin Cerio, i dandy e la colonia russa
nei frammenti postumi di Lea Vergine». L’ottuagenaria Lea Vergine è ben viva e
i suoi “frammenti postumi” si riferiscono all’omonima raccolta da lei curata
dapprima per le edizioni La conchiglia, poi per Feltrinelli con il titolo più
esplicito: Capri 1905-1940. Frammenti
postumi.
Nell’articolo, a firma di Stefano Salis, si legge: «…
la colonia dei russi, un pezzo non
indifferente della rivoluzione sovietica. Nell’isola ferve una “scuola di
partito” ai limiti dell’ortodossia [??],
e qui toccherà allo stesso Lenin calare per tenere d’occhio i rivali: le sfide
a scacchi, di cui resta qualche foto, con Bogdanov e altri, sono metafora di
ben altre lotte. Capri, del resto, era la base di una star come Maksim Gorkij.
Dei due resta un memorabile scambio, la dura reprimenda che Lenin un giorno fa
a Gorkij […]. “Capri fa dimenticare
tutto”, gli rimprovera il padre della rivoluzione […].»
Lenin aveva criticato le posizioni di Alexander
Aleksandrovich Bogdanov, alias Alyaksandr Malinovsky, in Materialismo ed empiriocriticismo. Infatti Bogdanov era un machista
russo, cioè un seguace di Ernst Mach. Nell’articolo del Domenicale ci si riferisce a una celebre foto che ritrae Lenin e
Bogdanov che giocano a scacchi a Capri, sulla terrazza di Villa Blaesus, mentre
Gorkij li osserva. Si tratta evidentemente del primo breve soggiorno di
Lenin nell’isola, poiché due anni dopo, nel secondo
soggiorno di Vladimir Ilic, Bogdanov era già stato espulso dal partito
bolscevico. Bogdanov non era per nulla un marxista e ancora nel 1920 Lenin dirà
che Bogdanov «diffonde, in veste di “cultura proletaria”, concezioni borghesi e
reazionarie».
Lenin era a Capri “per tenere d’occhio i rivali”, dice
l’articolista, e in considerazione di ciò bisogna tener conto che l’ideologia è
un campo di battaglia fondamentale e sempre aperto. Basterebbe aver letto, per
esempio, il secondo capitolo di Materialismo
ed empiriocriticismo per comprendere che
Bogdanov non solo non era marxista ma sosteneva e divulgava tesi
antimarxiste. Giusta e opportuna la sua espulsione.
*
Molto più interessante, sotto il profilo biografico, è stato il secondo e ultimo soggiorno di Lenin a Capri,
nel luglio del 1910. Lo attendevano lo stesso Gorkij e la sua compagna, Maria
Andreeva, celebre attrice. Rispetto al primo viaggio di due anni prima,
determinato da specifiche ragioni politico-culturali, Lenin in questo suo nuovo
viaggio a Capri veniva da una crisi esistenziale. Fu una vacanza che avrebbe
potuto concludersi in un modo molto differente e ciò avrebbe probabilmente
cambiato in modo decisivo il corso del Novecento.
Lenin forse aveva in animo di abbandonare la lotta
politica e la scelta rivoluzionaria? Vi sono al riguardo documenti che
lo ritraggono ansioso e prostrato, per esempio una lettera di tale Giorgia
Richardson, giovane suffragetta con la quale aveva condiviso per alcuni mesi la
propria casa a Londra:
« … Ho l’impressione che egli senta montare in sé la
crisi esistenziale, più continui a simulare rigore, risolutezza e tutti quei
modi di essere e di fare che l’hanno reso tanto considerato e temuto. […] Forse
tutto ciò è dovuto alla fatica della stesura di Materialismo ed empiriocriticismo: la polemica contro Mach e Bogdanov
l’ha sfibrato e l’ha svuotato di scopi e di significati».
Ma c’era anche dell’altro. Provenendo da Parigi per
Capri, in una sosta a Firenze, Lenin scriveva una lunga lettera a Carl Gustav
Jung nella quale raccontava un sogno ricorrente, un incubo che aveva ad oggetto
suo fratello Alexandr, ossia Sascia, giustiziato dopo il fallito attentato ad
Alessandro III. Nella lettera, di dodici pagine, Lenin scrive anche di aver
contattato “un suo noto collega di Vienna, il dottor Sigmund Freud”, ma di non
averne ricevuto risposta [*].
In un vecchio numero di Slavia, a firma di Piero Cazzola, leggo: «Lenin incontrò un amore
(addirittura la figlia di un “re dell’acciaio” americano, Cindy Morgan),
frequentò scrittori, uomini di potere, critici d’arte, ebbe contatti con bonari
commissari di polizia, seguì le indagini di un misterioso omicidio, fu
angosciato da sogni e fantasmi della sua lontana adolescenza».
Dunque un amore travolgente in quel di Capri
coinvolse Vladimir Ilich. Chissà, se la linea di Martov fosse risultata
maggioritaria, forse Lenin avrebbe divorziato e poi sposato l’ereditiera
americana incontrata a Capri. Il confine
tra fantasia e realtà è spesso molto sottile.
[*] Davide Pinardi, nel suo Viaggio a Capri, i dieci giorni che sconvolsero Lenin, un titolo
che richiama il famoso reportage di John Reed, riporta in traduzione italiana
le lettere cui ho fatto menzione. Scrive Pinardi nelle note che la lettera a
Jung, la minuta, è consultabile presso la Pannekoek Foundation, sz. Psdr(bl),
1910, Lenin Personals, cartella letters, 27. L’Istituto Anton Pannekoek è dal
1989 presso l’Amsterdam Science Park. L’originale della lettera, invece, starebbe,
sempre secondo Pinardi, nell’archivio dell’Università di Coblenza. Di tutto ciò
che racconta Pinardi nel suo libro non ho riscontro diretto, salvo il fatto che
Lenin fu effettivamente ospite di Gorkij a Capri.
Una domanda (non me ne voglia): perché "epiriocriticismo" anziché "empiriocriticismo"?
RispondiEliminascusa la risposata banale: perché ho saltato una emme e poi ho fatto c+v. grazie della segnalazione. davvero!
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