lunedì 27 agosto 2018

Lenin a Capri. Fantasie postume


Nell’articolo «Tutti gli eccentrici dell’”Isola dei baci”», nel Domenicale, c’è un “catenaccio” che dice: «I futuristi, Edwin Cerio, i dandy e la colonia russa nei frammenti postumi di Lea Vergine». L’ottuagenaria Lea Vergine è ben viva e i suoi “frammenti postumi” si riferiscono all’omonima raccolta da lei curata dapprima per le edizioni La conchiglia, poi per Feltrinelli con il titolo più esplicito: Capri 1905-1940. Frammenti postumi.

Nell’articolo, a firma di Stefano Salis, si legge: «… la colonia dei russi, un pezzo non indifferente della rivoluzione sovietica. Nell’isola ferve una “scuola di partito” ai limiti dell’ortodossia [??], e qui toccherà allo stesso Lenin calare per tenere d’occhio i rivali: le sfide a scacchi, di cui resta qualche foto, con Bogdanov e altri, sono metafora di ben altre lotte. Capri, del resto, era la base di una star come Maksim Gorkij. Dei due resta un memorabile scambio, la dura reprimenda che Lenin un giorno fa a Gorkij […]. “Capri fa dimenticare tutto”, gli rimprovera il padre della rivoluzione […].»

Lenin aveva criticato le posizioni di Alexander Aleksandrovich Bogdanov, alias Alyaksandr Malinovsky, in Materialismo ed empiriocriticismo. Infatti Bogdanov era un machista russo, cioè un seguace di Ernst Mach. Nell’articolo del Domenicale ci si riferisce a una celebre foto che ritrae Lenin e Bogdanov che giocano a scacchi a Capri, sulla terrazza di Villa Blaesus, mentre Gorkij li osserva. Si tratta evidentemente del primo breve soggiorno di Lenin nell’isola, poiché due anni dopo, nel secondo soggiorno di Vladimir Ilic, Bogdanov era già stato espulso dal partito bolscevico. Bogdanov non era per nulla un marxista e ancora nel 1920 Lenin dirà che Bogdanov «diffonde, in veste di “cultura proletaria”, concezioni borghesi e reazionarie».

Lenin era a Capri “per tenere d’occhio i rivali”, dice l’articolista, e in considerazione di ciò bisogna tener conto che l’ideologia è un campo di battaglia fondamentale e sempre aperto. Basterebbe aver letto, per esempio, il secondo capitolo di Materialismo ed empiriocriticismo per comprendere che Bogdanov non solo non era marxista ma sosteneva e divulgava tesi antimarxiste. Giusta e opportuna la sua espulsione.

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Molto più interessante, sotto il profilo biografico, è stato il secondo e ultimo soggiorno di Lenin a Capri, nel luglio del 1910. Lo attendevano lo stesso Gorkij e la sua compagna, Maria Andreeva, celebre attrice. Rispetto al primo viaggio di due anni prima, determinato da specifiche ragioni politico-culturali, Lenin in questo suo nuovo viaggio a Capri veniva da una crisi esistenziale. Fu una vacanza che avrebbe potuto concludersi in un modo molto differente e ciò avrebbe probabilmente cambiato in modo decisivo il corso del Novecento.

Lenin forse aveva in animo di abbandonare la lotta politica e la scelta rivoluzionaria? Vi sono al riguardo documenti che lo ritraggono ansioso e prostrato, per esempio una lettera di tale Giorgia Richardson, giovane suffragetta con la quale aveva condiviso per alcuni mesi la propria casa a Londra:

« … Ho l’impressione che egli senta montare in sé la crisi esistenziale, più continui a simulare rigore, risolutezza e tutti quei modi di essere e di fare che l’hanno reso tanto considerato e temuto. […] Forse tutto ciò è dovuto alla fatica della stesura di Materialismo ed empiriocriticismo: la polemica contro Mach e Bogdanov l’ha sfibrato e l’ha svuotato di scopi e di significati».

Ma c’era anche dell’altro. Provenendo da Parigi per Capri, in una sosta a Firenze, Lenin scriveva una lunga lettera a Carl Gustav Jung nella quale raccontava un sogno ricorrente, un incubo che aveva ad oggetto suo fratello Alexandr, ossia Sascia, giustiziato dopo il fallito attentato ad Alessandro III. Nella lettera, di dodici pagine, Lenin scrive anche di aver contattato “un suo noto collega di Vienna, il dottor Sigmund Freud”, ma di non averne ricevuto risposta [*].

In un vecchio numero di Slavia, a firma di Piero Cazzola, leggo: «Lenin incontrò un amore (addirittura la figlia di un “re dell’acciaio” americano, Cindy Morgan), frequentò scrittori, uomini di potere, critici d’arte, ebbe contatti con bonari commissari di polizia, seguì le indagini di un misterioso omicidio, fu angosciato da sogni e fantasmi della sua lontana adolescenza».

Dunque un amore travolgente in quel di Capri coinvolse Vladimir Ilich. Chissà, se la linea di Martov fosse risultata maggioritaria, forse Lenin avrebbe divorziato e poi sposato l’ereditiera americana incontrata a Capri. Il confine tra fantasia e realtà è spesso molto sottile.

[*] Davide Pinardi, nel suo Viaggio a Capri, i dieci giorni che sconvolsero Lenin, un titolo che richiama il famoso reportage di John Reed, riporta in traduzione italiana le lettere cui ho fatto menzione. Scrive Pinardi nelle note che la lettera a Jung, la minuta, è consultabile presso la Pannekoek Foundation, sz. Psdr(bl), 1910, Lenin Personals, cartella letters, 27. L’Istituto Anton Pannekoek è dal 1989 presso l’Amsterdam Science Park. L’originale della lettera, invece, starebbe, sempre secondo Pinardi, nell’archivio dell’Università di Coblenza. Di tutto ciò che racconta Pinardi nel suo libro non ho riscontro diretto, salvo il fatto che Lenin fu effettivamente ospite di Gorkij a Capri.

2 commenti:

  1. Una domanda (non me ne voglia): perché "epiriocriticismo" anziché "empiriocriticismo"?

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    1. scusa la risposata banale: perché ho saltato una emme e poi ho fatto c+v. grazie della segnalazione. davvero!

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