giovedì 20 febbraio 2014

Della patrimoniale e dei suoi certissimi ottimi risultati


La morte è l’unica verità indiscussa di questo mondo, tanto è vero che l’infinita diatriba verte su quello che succederebbe dopo di essa, dunque non nel mondo dei vivi ma in quello presunto dell’aldilà. La morte è una forma di giustizia che ha nella natura la sua legge inesorabile. Come conseguenza, verrebbe da dire come pena accessoria, la morte costringe il morto a lasciare per sempre ogni bene mondano posseduto. Tutti lo sanno, ma moltissimi si comportano fino all'ultimo come se ciò non fosse vero. Fatto sta che il malloppo del de cuius resta a quelli che ne hanno diritto secondo legge umana. E ben sappiamo quanto le leggi umane siano imperfette, spesso vantaggiose solo per pochi. E tuttavia se i successori vogliono entrare in possesso dell’attivo ereditario, liquidi, titoli o immobili, devono necessariamente compilare un modulo, il modello 4. Alla morte e al modello 4 non si scappa.

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Si parla da più parti di patrimoniale, cioè di alleggerire le tasche soprattutto di chi possiede qualcosa, non certo i patrimoni dei ricchi, quelli veri, che i loro cospicui patrimoni hanno posto al sicuro, nei paradisi fiscali svizzeri, vaticani e nelle varie isolette dell’estremo Occidente o dell’estremo Oriente. Soldi ben nascosti, sui quali per il fisco è impossibile metter le mani.  Facciamocene una ragione. Però ci sono i beni immobili, quelli non hanno passaporto e tantomeno le ruote. E si tratta di robetta assai consistente.


Immagino, la prossima settimana, in consiglio dei ministri a trattare delle “riforme” il presidente Matteo Renzi e al suo fianco il ministro Alfano, indispensabile stampella del governo, e alle loro spalle, virtuale ma non per questo assente, il loro suggeritore, tale Silvio Berlusconi, mero proprietario. Il loro cruccio, così come quello dei governi precedenti, sarà quello di scovare un po’ di soldi, con tagli, tasse e gabelle. Tutto sarà possibile pur di salvare il Paese, anche colpire con misure certissime i medi, i grandi e i mega patrimoni. C’è da giurarci.


Non serve fare pastrocchi come per l’Imu, una tassa percepita come estremamente iniqua e che va a colpire soprattutto l’abitazione e crea danno all’economia del mattone. Come più volte ho suggerito (vedi QUI e QUA), un bel gruzzolo si potrebbe ricavare tassando adeguatamente (come negli Usa, per esempio, faro di libertà e giustizia fiscale) le successioni e le donazioni. Oggi sono gravate di un’imposta irrisoria e di una franchigia fin troppo alta. Da ultimo, un provvedimento in tal senso l’aveva suggerito, nel silenzio generale, anche il governatore della Banca d’Italia.

Siccome Matteo Renzi non manca di leggere questo blog la sera prima di coricarsi, ci conto. Per qualche giorno Matteo avrà editoriali di fuoco contro simile iniquo provvedimento su Corsera, Repubblica, Sole 24 ore, ma potrà godere della stima, una tantum, del Vernacoliere.



6 commenti:

  1. Non è mica che dài a Renzi 'sti consigli gratis perché sei una candidata al ministero dell'economia? :-P

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  2. Prelievo 'tecnico' sui c/c: rito dell'annuncio di madame Lagarde con smentita tattica di serie già agli atti.
    I grandi sogni della notte: eliminazione del diritto ereditario,generale ovviamente. Si riparte ogni volta dalla casella zero del gioco dell'oca.

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  3. se proprio dobbiamo tassare qualcosa perchè non fare un'IVA del 50% sull'aquisto di telefonini, televisori, computer eccetera.
    sono tutti prodotti importati quindi non danneggiamo industrie locali, sono prodotti per ricchi e chi è così cretino come mia moglie da regalare un IPAD da 500 euro a mia figlia di 12 anni è giusto che ne paghi 200 in più.
    scusate ma stavolta non posso mettere il nome altrimenti mia moglie mi ammazza.

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    1. tua moglie farebbe bene ma per un altro motivo ...
      vedi, caro amico, la questione dei dazi è molto delicata, è un'arma a doppio taglio: se noi tassiamo del 50% l'elettronica di consumo, i produttori di quei prodotti ci tassano le scarpe, il vino, l'olio d'oliva, ecc.

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    2. io ho parlato di iva non di dazio.
      L'iva è una tassa interna che grava su categorie di prodotti indipendentemente dalla loro provenienza,
      Quindi i cinesi non avrebbero nessuna giustificazione.
      In realtà loro già mettono dazi sui nostri prodotti.
      Siamo solo noi Europei che siamo così stupidi da non metterne sui prodotti che distruggono le nostre aziende.

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    3. iva o dazio su una merce, per chi la produce non cambia nulla: le tasse cambiano nome ma sempre tali restano nei loro effetti

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