Il premio Nobel per la Pace è servito spesso come ricompensa e strumento per legittimare la guerra e consacrarne i fautori. Ciò può apparire paradossale, ma in un mondo dominato dalla rapacità e voracità dell’imperialismo non dovrebbe stupire.
Fu assegnato a Henry Kissinger, indiscusso protagonista della scena bellica e golpista degli anni in cui fu segretario di Stato; al premier israeliano Menachem Begin, ex terrorista dell’Irgun e certamente co-responsabile dei massacri di Sabra e Shatila in Libano; ad Aung San Suu Kyi, il cui governo è stato responsabile di violenze genocide contro la minoranza Rohingya del Myanmar.
Barack Hussein Obama II, nella sua autobiografia, ammise di essere rimasto sorpreso dal conferimento del Nobel. Infatti, nello stesso periodo, le truppe americane erano impegnate nelle guerre in Afghanistan e Iraq, ma anche nel mantenimento del campo di Guantanamo, dove molti prigionieri venivano torturati e incarcerati senza processo.
Insomma, l’assegnazione del premio Nobel è spesso controversa, specie quello per la Pace. Per quanto riguarda l’assegnazione a Obama, l’obiettivo del Comitato Nobel nell’assegnare il premio al presidente americano era quello di «accrescere la sua popolarità», come ha spiegato Geir Lundestad, ex segretario del comitato. Dunque una motivazione del tutto politica.
Che l’assegnazione del Nobel della Pace sia spesso dettata da ragioni politiche è nella storia di tale riconoscimento. Un paio di esempi dovrebbero bastare: Lev Tolstoj e soprattutto Gandhi. Simboli universali della nonviolenza, specie Gandhi, che fu candidato nel 1937, 1938, 1939, 1947. Nel 1948, fu nuovamente tra i candidati per questo premio, ma il 30 gennaio, due giorni prima della chiusura delle candidature, fu assassinato. Il Comitato per il Nobel decise di non assegnare il premio poiché nessun candidato vivente era idoneo.
Quest’anno, assegnare il premo al maggior complice di Netanyahu è sembrato un po’ troppo. Tuttavia se non potevano assegnare il premio al suonatore di organetto statunitense, hanno comunque scelto una delle sue abili scimmie, nella persona di Corina Machado. Il Comitato norvegese per il Nobel ha descritto Machado come «una coraggiosa e impegnata paladina della pace [...] una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un’oscurità crescente».
Non deve sorprendere il Nobel a Machado, poiché l’anno scorso gli fu assegnato il Premio Sacharov per la Libertà di pensiero (Sacharov si rivolterà nella tomba). C’è una indubbia convergenza d’interessi nel promuovere questa patriota della libertà e riportare all’obbedienza il Venezuela nel cortile di casa di Washington.
Ora, se è impossibile segnalare Maduro come chiaro esempio di democratico (in una ipotetica foto degli attuali leader mondiali ci sarebbe un indubbio imbarazzo nella scelta dell’esemplare migliore), va anche segnalato che nell’aprile del 2002, Machado si precipitò al palazzo presidenziale di Caracas per unirsi al tentativo, congiunto tra militari e multinazionali, di rovesciare il presidente venezuelano eletto Hugo Chávez, firmando il famigerato Decreto Carmona a sostegno del colpo di Stato.
Questa eroina della lotta per una “transizione pacifica verso la democrazia”, candidata alla presidenza alle primarie dell’opposizione del 2012, dove raggranellò il 3,7% dei voti, lanciò la sua ONG Súmate per organizzare la destabilizzazione del Venezuela, sostenuta dagli Stati Uniti e finanziati dal National Endowment for Democracy (NED), un’agenzia creata per portare avanti operazioni precedentemente in carico alla CIA.
Come ha riconosciuto il New York Times la scorsa settimana, “Il gruppo che sostiene l’uso della forza è guidato da Maria Corina Machado”, aggiungendo che “Uno dei consiglieri della signora Machado, Pedro Urruchurtu, ha affermato che la donna si stava coordinando con l’amministrazione Trump e aveva un piano per le prime 100 ore dopo la caduta di Maduro. Quel piano prevede la partecipazione di alleati internazionali, “in particolare degli Stati Uniti”. Si può essere certi che quelle 100 ore sarebbero state altrettanto sanguinose di quelle seguite ai colpi di stato in Cile nel 1973 e in Argentina nel 1976.
Alleata di quel pagliaccio di Edmundo González Urrutia, che sulla base di un sondaggio telefonico guidato dagli USA, si era auto proclamato presidente del Venezuela pur avendo perso le elezioni, il fulcro dell’attività politica di Machado è stata la promozione di sanzioni e misure coercitive che hanno aggravato la crisi economica del Venezuela.
Machado ha dichiarato: «Maduro ha trasformato il Venezuela nella più grande minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti e alla stabilità della regione». Basterebbe questa dichiarazione per escluderla dall’assegnazione del Nobel, se tale assegnazione non fosse del tutto politica e condizionata dagli interessi statunitensi ed europei.
Insieme a personaggi come Meloni e Milei, Machado è firmataria della carta del Forum di Madrid lanciata dal partito fascista spagnolo VOX.
La cosa più importante è bloccare i territori col PETROLIO: MEDIO ORIENTE, VENEZUELA E RUSSIA, per mettere sotto schiaffo la Cina che cresce tantissimo, ha tante risorse, ma non il PETROLIO.
RispondiEliminala Cina risponde con centrali a carbone e nucleari. quanto alla Russia non riusciranno a piegarla e Pechino sa quanto è importante sotto ogni profilo.
Eliminavolevano il capitalismo in Cina, e l'hanno avuto.
in USA ed EU una manica di criminali disposti a tutto.
La Cina anche con le rinnovabili non scherza. È prima al mondo!
EliminaPer non dire del metano che potrebbe produrre con gli escrementi di 1,5 miliardi di abitanti 🤪
EliminaBiogas! 😁
Eliminahttps://www.globaltimes.cn/page/202510/1345507.shtml
EliminaHo letto grazie!
EliminaComunque, anche i russi sono molto avanti con il nucleare. Hanno perfino trovato una tecnologia che ri-usa le scorie nucleari per produrre energia nei loro reattori.
Appena trovo qualche link lo mando.
Sempre che lei non ne sa niente ovvio.
Io le regalo questo invece: https://www.pv-magazine.com/2025/10/10/chinese-pv-industry-brief-inner-mongolia-launches-16-gw-renewables-project/
EliminaI piani di Trump NON sono a lunga scadenza
EliminaUn post da incorniciare, da giornalista con la G maiuscola.
RispondiEliminaMeglio leggere il diciottobrumaio che qualsiasi giornale che esce in edicola la mattina.
Ed è pure gratis!
Soprattutto l'ultima 😁
RispondiEliminaMeloni Milei Machado... Mussolini, ci deve essere qualcosa di losco nella lettera M. M i figli del secolo. Però è anche l'iniziale di Marx!
RispondiEliminaPietro
anche di Mao, di Maometto, di Macron, di mia zia ...
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