giovedì 1 agosto 2024

Soltanto la morte

 

Centodieci anni fa, se l’autista dell’arciduca erede al trono d’Austria-Ungheria, Francesco Ferdinando, non avesse sbagliato strada, se non avesse imboccato quel vicolo, se non avesse poi fatto quella manovra, ebbene si sarebbe dovuta attendere un’altra occasione per scatenare la carneficina mondiale che ebbe inizio nell’agosto del 1914. Che, a parte l’orrore delle trincee, fu ancora più letale a causa di un virus.

L’aristocrazia di un tempo. Quella della Belle Époque. Bella per chi? Per loro sicuramente. “I nostri peccati, i nostri terribili peccati!”, disse uno di loro, piangendo per la propria incoscienza. Troppo tardi. Gli ultimi giorni dell’aristocrazia russa offrirono un quadro immenso e fantastico di questo antico ordine, del suo crepuscolo anticipato e predetto, poi dell’epopea della sua distruzione.

Pushkin, Gogol, Turgenev, Tolstoj, Dostoevskij aleggiavano sulle ceneri e sui cadaveri del mondo in cui abitavano. Si metta il cuore in pace Ezio Mauro, la violenza si scatenò un po’ ovunque e ben prima dell’arrivo dei bolscevichi che la teorizzarono, la accentuarono, la concentrarono e la diffusero. Almeno non massacrarono a colpi di cannone, come fece Joseph Fouché. La borghesia, grande maestra in tutto.

I rari sopravvissuti e i loro discendenti continuarono ad avere una classe fatalista, una cultura poliglotta, tutta l’eleganza delle rose che crescevano su un mucchio gigantesco di sterco. Molti amano denunciare l’equivalente contemporaneo di questi privilegiati, per giocare con l’idea di espropriare e liquidare i semidei attuali. Auguri di buon lavoro.

L’aristocrazia internazionali di oggi, priva di titoli nobiliari ma infinitamente più ricca, più potente, meno istruita di quanto lo fossero le grandi famiglie aristocratiche d’un tempo, a differenza loro, non rischia nulla. Il progresso tecnologico e le loro fortune immateriali la proteggono meglio di un esercito. I suoi membri sono invisibili e intoccabili. Non sappiamo dove siano le loro dimore, le loro terre, i loro soldi. Nessuno di loro finirà in povertà o in punta di baionetta. Soltanto la morte li renderà, non certo nostre vittime, nostri pari.

9 commenti:

  1. Per quanto mi sia sforzato non ho capito quali sarebbero le loro fortune "immateriali".
    Forse voleva scrivere materiali!

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    1. Immateriale il feudo, immateriale la gleba.

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    2. No. azioni, obbligazioni, bitcoin, lo stesso denaro depositato, ecc.

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    3. E non poteva specificarlo a me invece che ad Erasmo?
      Mah!

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    4. l'ho spiegato ad Erasmo: 1) perché mi ha fatto degli esempi (errati); 2) usa un nickname.
      ad ogni modo grazie per il suo commento che, se non altro, è servito per un chiarimento.

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    5. Però io per feudo immateriale intendevo proprio quello: mica un latifondo. Naturalmente, il possesso di titoli si porta dietro poteri aggiuntivi. Il mio esempio sarà errato, ma mi sfugge dove e a chi Bill Gates o Mark Zuckerberg prelevino il plusvalore.

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  2. Da che mondo è mondo s'invera il detto napoletano: Chi nasce puveriello e sfortunato/ci piovono cazzi in culo/pure se sta assettato!

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